Un nuovo modello relazionale: il programma 2020-2023 di Federfarma

Un nuovo modello relazionale: il programma 2020-2023 di Federfarma

Come conseguenza della pandemia è emersa chiaramente la necessità di rafforzare la sanità sul territorio. Nella riorganizzazione che dovrà avvenire, le farmacie vogliono e possono essere coinvolte a diversi livelli, quindi non solo nella consegna di farmaci e presidi, ma anche in attività di prevenzione e nell’effettuazione di test e screening, o nel supporto ai pazienti colpiti da Covid-19 trattati in regime di assistenza domiciliare. Su questo tema, che necessariamente coinvolge anche gli aspetti economici della categoria, si basa il programma del prossimo triennio della nuova dirigenza di Federfarma.

La farmacia nell’assistenza territoriale

Fra i punti del programma di Federfarma è quindi centrale creare, in cooperazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, il presidio territoriale dell’assistenza sanitaria e in questo contesto partecipare alle campagne vaccinali, nelle quali la farmacia sia anche il punto di consegna dei vaccini agli stessi medici di medicina generale. Fondamentale sarà il ruolo del farmacista nel controllo, nella raccolta dei dati e nella segnalazione, per collaborare all’ampliamento dei programmi rivolti ai soggetti sottoposti al tampone Covid, sulla base di specifici protocolli e, più in generale, a test di massa per la rilevazione di specifiche patologie. Inoltre, in un’ottica di ampliamento delle prerogative professionali, rientra la proposta di attribuire ai farmacisti, oltre alla Distribuzione per conto dei farmaci solitamente in regime di distribuzione diretta e alle consegne domiciliari, anche attività di teleconsulto, noleggio dei dispositivi di monitoraggio, prestazioni di telemedicina, presa in carico del paziente in fase di post-ricovero.

Un altro punto fondamentale è quello di riprendere subito le trattative per la nuova remunerazione, indispensabile alla sostenibilità della rete. Al quale seguirà il rinnovo del contratto dei collaboratori, che rientra tra le priorità di Federfarma, ma necessariamente dovrà seguire il rinnovo della Convenzione e l’accordo sulla nuova remunerazione.

Alla luce dell’accelerazione del processo di digitalizzazione avvenuta durante la pandemia, elaborare un nuovo layout della farmacia per l’approccio al cliente e un nuovo modello relazionale, utilizzando gli strumenti di messaggistica e teleconsulto. Vanno anche individuate nuove metodiche di vendita online, che siano accessibili a tutte le farmacie. Inoltre, Federfarma vuole affrontare il problema del capitale in farmacia e ottenere, grazie al ruolo conquistato dalle farmacie sul campo durante la pandemia, una revisione delle norme sull’ingresso del capitale. Invece, per quanto riguarda la questione parafarmacie è necessario individuare i farmacisti titolari di parafarmacia non in conflitto di interesse (titolari o soci di farmacia), ai quali riservare le sedi di nuova istituzione e non assegnate dal concorso Monti.

Infine, Federfarma intende valorizzare il ruolo delle società partecipate e controllate: Credifarma, Promofarma; Promofarma Sviluppo; Sistema Farmacia Italia.

Per quanto riguarda il programma delle farmacie rurali per il triennio 2020-2023 «Sunifar intende procedere in un cammino che tenga conto dei nuovi contesti delineatisi», ha spiegato Gianni Petrosillo, il nuovo presidente. «La base di partenza è la corretta analisi dei punti di debolezza del sistema farmacia rurale: riduzione della spesa convenzionata con il Ssn, carenza dei servizi essenziali, legati a fenomeni come la desertificazione e la mancanza di strutture e servizi sanitari, scarso potere di negoziazione dei titolari rurali sia nella fornitura di farmaci, sia per quanta riguarda carenze e indisponibilità, oneri di gestione per servizi e digitalizzazione della farmacia, che ricadono sul singolo titolare. Allo stesso tempo bisogna considerare i molti punti di forza della ruralità, sia come primo filtro di accesso ai servizi del sistema sanitario, primo tra tutti il pronto soccorso, sia come supporto concreto che compensa la lontananza di altre strutture».

La farmacia rurale diffonde capillarmente assistenza, informazione e prevenzione ed è anche spesso il primo presidio di pronto soccorso del cittadino: come ha confermato la pandemia Covid-19 nei contesti rurali la farmacia diventa uno dei pilastri del sistema di protezione sociale. «L’esperienza del Covid-19 deve necessariamente far cambiare l’approccio della politica e dei decisori nei confronti della ruralità. Durante l’emergenza, nella provincia di Bergamo abbiamo in brevissimo tempo organizzato una rete per la gestione delle bombole di ossigeno, gestendo tra i 200 e i 300 pazienti al giorno», ha concluso Petrosillo. «La competitività va affrontata con nuovi strumenti, affinché le farmacie possano essere un punto efficace di prevenzione e essere tra gli attori principali nel monitoraggio dei pazienti nella fase post-emergenziale».

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