Quale sarà l’effetto della crisi sul nostro Pianeta? E sul nostro Paese? Come sarà la nostra realtà una volta usciti dalla pandemia? Come cambieranno le nostre abitudini, ma anche i nostri sentimenti?
L’indagine Coop “Post Covid19-la nuova normalità degli italiani” ha coinvolto un panel di specialisti e professionisti per immaginare gli scenari futuri del mondo post Covid19.
Dopo questa emergenza che non avremmo mai potuto immaginare solo pochi mesi fa, secondo gli esperti il nostro mondo sarà un po’ più iniquo, perché le diseguaglianze sociali aumenteranno (lo pensa l’82% degli intervistati), cresceranno disoccupazione e lavoro nero e ci vorrà tempo (più tempo rispetto alla crisi finanziaria del 2008) per riprenderci (è la convinzione del 59% degli intervistati). Poco meno di un intervistato su 4, infatti, (29%) si dice ottimista che la normalità sarà di nuovo a disposizione prima della fine del 2020. Uno su due (53%) guarda più in là e ipotizza un ritorno alla vita di sempre solo nel 2021. Tra questi il 24% pensa all’inizio del prossimo anno, il 13% alla Pasqua, il 9% all’estate e il 7% non prima della fine del 2021.
L’87% del Paese è convinto che la disoccupazione e la sottoccupazione aumenteranno rispetto al 2019. Il 65% che i salari si ridurranno. Il 63% che il lavoro nero crescerà e il risparmio delle famiglie si ridurrà (lo prevede il 46% degli intervistati).
La pandemia ha anche modificato il quadro delle professioni più ambite. L’81% degli esperti intervistati pensa che ci orienteremo maggiormente verso professioni tecnologico – scientifiche come l’intelligenza artificiale o il data science. Il 72% vede crescere l’interesse per professioni medico-sanitarie, il 69% per quelle di comunicazione e il 63% verso quelle agricolo alimentari.
Cambieranno anche i nostri valori?
“La nuova era sembra basarsi su qualcosa di vecchio e molto di nuovo” si legge nel commento al rapporto. Infatti dal 2019 portiamo con noi l’importanza assegnata alla tematica ambientale: per il 72% degli intervistati il tema crescerà di importanza nei prossimi mesi e anni (in calo solo per il 10%). Allo stesso modo i problemi del territorio e della sostenibilità sociale accresceranno la loro importanza per il 75% degli intervistati.
E l’altro valore centrale che ereditiamo dal 2019 è la salute. Per stare bene prima di tutto si sceglie di vivere in un posto salutare. Il 52% degli intervistati crede che assisteremo a una diminuzione delle persone che vivono nelle grandi città, mentre solo il 12% pensa il contrario.
Rafforziamo in generale l’attenzione per la nostra salute e per quella degli altri, prevista in crescita dal 93% degli intervistati. L’88% fa la stessa previsione per la sicurezza personale, che in questo periodo è probabilmente associata più all’evitare la malattia che non ai reati. I medicinali sono in cima alle previsioni di crescita (prevista nei consumi da almeno il 74%). Subito dopo vengono il benessere e la cura del corpo, i cui consumi crescono secondo le previsioni del 61% degli intervistati. Su anche i consumi per lo sport secondo il 39% degli intervistati (il 24% li prevede in calo).
La tecnologia ci ha accompagnati durante il lockdown e continuerà a farlo, l’88% degli intervistati prevede un aumento dell’dell’uso dei device tecnologici (smartphone, pc, tablet) e dell’utilizzo di internet (86%). E lo smart working? Ci ha permesso di lavorare durante tutta la fase del lockdown e anche nella fase 2. Secondo il 97% degli intervistati questa modalità di lavoro crescerà rispetto al periodo pre-Covid. Una modalità che incontra il favore di tutti perché allo stato attuale consente di evitare i mezzi pubblici e nel lungo periodo di essere più sostenibili e attenti all’ambiente, un valore sempre più condiviso dagli italiani.