Bambini e adolescenti di oggi, perennemente assorti nei loro device, saranno gli adulti miopi di domani. Questo il tema di MIlanOPIA, primo congresso scientifico interamente dedicato alla miopia che si è svolto il 28 ottobre a Milano con il patrocinio della Società Oftalmologica Italiana (SOI) e dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, Gruppo MultiMedica. Tra le novità più promettenti nell’ambito della terapia medica, l’impiego dell’atropina nei bambini con miopia scolare: riduce del 75% la progressione della patologia in 7 soggetti su 10. L’appello degli esperti sul fronte della prevenzione: occorre trascorrere più tempo all’aria aperta. Con le giuste dosi, meglio tv e console per videogame, rispetto a smartphone e tablet, perché implicano una visione a distanza di almeno 1,5-2 metri.
Come sarà l’italiano medio nel 2050?
Non è semplice prevedere coime sarà lo stato di salute nel futuro, quello che si sa è che quasi sicuramente sarà miope. Questione di evoluzione della specie: impiego costante di dispositivi che richiedono attività visiva ravvicinata, ambienti chiusi, scarsa esposizione all’aria aperta e alla luce naturale fanno sì che la miopia sia il “modo di vedere” più funzionale al nostro attuale stile di vita.
«Un tempo si attribuiva molta importanza alla genetica, oggi invece sappiamo che anche i fattori ambientali giocano un ruolo cruciale nell’insorgenza della miopia», illustra il Professor Paolo Nucci, Direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, Gruppo MultiMedica e promotore del Congresso. «Oggi, questa patologia, in virtù dello stile di vita caratteristico dei Paesi industrializzati è in costante aumento: entro metà secolo in Italia, così come nel resto d’Europa, il 75-80% della popolazione sarà miope. Quando la miopia è di tipo medio-grave, ossia supera le 6 diottrie, comporta un rischio maggiore di sviluppare problematiche ulteriori: distacco della retina, glaucoma, maculopatie. È quindi necessario imparare a gestire correttamente il soggetto miope».
Nuove terapie
«L’ultima frontiera nell’ambito della terapia medica – prosegue Nucci – si basa sulla comprensione del ruolo della dopamina. Questo mediatore chimico presente nella retina rende meno elastica la sclera dell’occhio, membrana cartilaginea che invece nel miope tende a espandersi. L’esposizione all’aria aperta e alla luce del sole stimola la produzione di dopamina, mentre gli ambienti chiusi la inibiscono, inducendo maggiore elasticità nella sclera e favorendo, quindi, la miopia. L’atropina è una sostanza in grado di aumentare il rilascio di dopamina. Impiegandola nella miopia in età scolare (quella che insorge fra i 6 e i 14 anni), abbiamo riscontrato una riduzione della patologia del 75% in circa 7 bambini su 10».
La prevenzione
Il costante sforzo nella visione ravvicinata, oltre a spiegare l’attuale trend di diffusione della miopia, è alla base anche dell’aumento dei casi di strabismo. Sul fronte della prevenzione, è dunque fondamentale che bambini e adolescenti, sempre più assorti nei loro device e impegnati in attività che mettono sotto pressione i muscoli dell’occhio responsabili della visione convergente, trascorrano più tempo all’aperto, “allenando” anche i muscoli che permettono la visione a distanza. E, per raggiungere un piccolo compromesso che metta d’accordo genitori e figli iperconnessi, gli esperti sdoganano tv e console per videogame che, a differenza di smartphone e tablet, implicano una visione più fisiologica, a una distanza di almeno 1,5-2 metri. Anche per questi dispositivi, tuttavia, vale la regola del buon senso e non bisogna eccedere nella dose di esposizione quotidiana.