Mascherine: un accordo tra il commissario Arcuri e i rappresentanti dei farmacisti

Mascherine: un accordo tra il commissario Arcuri e i rappresentanti dei farmacisti

Tutte le farmacie e le parafarmacie italiane saranno messe in condizione, dal commissario Arcuri, di vendere ai cittadini le mascherine chirurgiche al prezzo massimo di 0,50 euro, al netto dell’Iva. Il prezzo è stato fissato ieri con una sua ordinanza e non creerà alcun danno economico per i farmacisti italiani.

Questi i termini dell’accordo tra Domenico Arcuri – Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19 – e Fofi, Federfarma e Assofarm.

Un rimborso ai farmacisti che le hanno pagate di più

Alle farmacie che, negli ultimi giorni, hanno acquistato dispositivi di protezione a un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un ristoro e assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo. Nelle prossime ore verrà sottoscritto un ulteriore accordo che consentirà alle associazioni di farmacisti di negoziare, congiuntamente con il Commissario, l’acquisizione di importanti quantitativi di mascherine a un prezzo inferiore a quello massimo fissato dall’Ordinanza n. 11. Si garantisce, concretamente, il diritto alla salute di tutti i cittadini, la possibilità di acquistare le mascherine a un prezzo giusto, si blocca qualsiasi forma di speculazione, non si danneggiano i farmacisti che con spirito di servizio e sacrifici hanno svolto e continueranno a svolgere un ruolo importante nella gestione della epidemia da Sars-CoV-2.

Questo accordo risponde alla richiesta effettuata la scorsa settimana da Federfarma. In una nota, infatti, si chiedeva «di avere sulle mascherine, sia che siano comprate dalla protezione civile sia in proprio, l’imposizione di un margine inferiore a quello del farmaco etico, in modo da consentire alle farmacie di definire prezzi equi e sostenibili per la collettività; o in alternativa (…) l’indicazione di un prezzo imposto». Nella stessa sede era stato richiesto di «ridurre al 4% l’Iva su mascherine rispetto all’attuale aliquota del 22%, in modo tale da garantirne la vendita a prezzi equi e accessibili a tutti».

Sul prezzo massimo chiedono chiarimenti i distributori farmaceutici (Associazione Distributori Farmaceutici e Federfarma Servizi), rivolgendo un appello al Commissario Arcuri, al Ministero della Salute e al Governo, perché il prezzo massimo fissato di vendita al consumo delle mascherine chirurgiche praticato dai rivenditori finali ha un valore del tutto fuori dalla realtà, visto che il costo d’acquisto e di importazione in Italia è di gran lunga più elevato.

Infatti, un’analoga misura presa recentemente in Spagna fissa il prezzo di una mascherina chirurgica a 0,96 euro, mentre in Francia la questione prezzo rimane ancora da definire, insieme a quello dell’approvvigionamento. Infatti, come si legge su un articolo di lequotidiendupharmacien.fr, sono ancora senza risposta due domande che i farmacisti francesi si pongono: ‘come possiamo ottenere rapidamente scorte sufficienti, e soprattutto, a quale prezzo dobbiamo venderle affinché siano accessibili a tutti?’.

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