L’opinione di Nicola Posa: il futuro è nell’e-service

L’opinione di Nicola Posa: il futuro è nell’e-service

Sempre più farmacie private aprono alla vendita online: una vetrina virtuale per la loro attività. Ma in un mondo in cui le singole farmacie competono con i colossi dell’online e in alcuni casi, come nella cosmetica, anche con i portali delle aziende produttrici, esistono davvero delle marginalità?

Abbiamo chiesto a Nicola Posa, Senior Partner di Shackleton Consulting, come vede la farmacia online oggi e in che modo il farmacista può valorizzare la propria attività per difendersi dai grandi del settore.

Come vede l’e-commerce della farmacia?

Trovo che l’e-commerce della farmacia pensato come vendita online con modalità simili ad Amazon, sia da riservare a strutture organizzate con una logica industriale. Quello che i farmacisti devono tenere presente è vendere online è un mestiere specifico, che prevede grossi investimenti iniziali e una struttura imponente. I grandi colossi stanno già investendo nel parafarmaco, come integratori o medical device e in un futuro prossimo non sarebbe strano che arrivassero a vendere farmaci. Le farmacie private che riescono ad avere margini sono poche realtà, online ormai da tempo.

Quindi la farmacia privata non deve puntare alla vendita online?

Il singolo farmacista può puntare all’online per rendere omnichannel la sua attività. Il cosiddetto omnichannel marketing è la gestione dei diversi canali, di comunicazione e di vendita, in modo che lavorino integrandosi e in sinergia, perché uno renda più efficace l’altro. Il vantaggio è di offrire al cliente un’esperienza continua, indipendentemente dal canale utilizzato. Per esempio si possono utilizzare le informazioni raccolte online per migliorare l’offerta nel punto vendita fisico.

Quali aspetti deve tenere presente il farmacista che decide di aprire la sua vetrina virtuale?

Prima di tutto non deve pensare all’e-commerce come a un modo facile per arrotondare le entrate. L’apertura di una farmacia online prevede un notevole investimento iniziale, dall’organizzazione del sito alla pubblicità su Google e un lavoro continuo per la gestione quotidiana, del magazzino, delle spedizioni, delle richieste dei clienti online, che sono abituati a risposte immediate. Il rischio, se non si ha personale dedicato, che rappresenta un costo, è quello di trascurare il banco a favore dell’online. L’e-commerce non porta tanto marginalità di profitto, ma visibilità e notorietà della farmacia, attraverso il traffico sul sito.

Come può dunque la farmacia sfruttare la rete e la possibilità di e-commerce?

Una farmacia tradizionale può utilizzare al meglio le possibilità offerte dalla rete, implementando il suo portale, anche con la vendita online, se ha bisogno di visibilità, ma soprattutto offrendo servizi online a supporto di quelli offerti in farmacia. Volendo semplificare più e-service che e-commerce. Quindi un e-commerce di servizio, che metta in evidenza il valore aggiunto della farmacia italiana rispetto ai colossi on-line, cioè il consiglio, la consulenza e i servizi. Oggi su internet, nel negozio online, compri prodotti, ma non compri consulenza. Quello che deve essere chiaro è che ci vuole tempo e personale dedicato, perché tutto quello che vive nella rete deve dare risposte veloci.

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