Il Rapporto Coop 2017 traccia il profilo di un’Italia che cambia pur con grandi differenze territoriali e che procede verso la trasformazione dei consumi. A seguire alcuni veloci spunti sui fenomeni emergenti.
Lo scenario economico in breve
Nel 2017 l’Italia segna la migliore variazione del Pil dal 2010 grazie alla favorevole propensione alla spesa delle famiglie, all’export, al turismo e ad una parziale ripresa degli investimenti. Tuttavia la fase di ripresa attuale ha ritmi di crescita meno vivaci di altre economie e si registra un aumento della quota di famiglie a rischio di povertà o di esclusione sociale (dal 26% al 29% in un decennio).
La demografia
L’Italia vive un vistoso processo di invecchiamento e un drammatico calo delle nascite che, secondo le previsioni Istat, proseguirà ulteriormente, unitamente a una progressiva migrazione degli abitanti delle aree meridionali più povere verso il nord. In assenza di fenomeni contrastanti quali l’immigrazione, tale fenomeno avrebbe un impatto notevole sui consumi.
Reddito e ricchezza degli italiani
La ricchezza è concentrata nelle mani di pochi: le famiglie italiane dichiarano in media un reddito netto pari a 30.500 euro l’anno e detengono una ricchezza netta di 218 mila euro ma l’1% delle famiglie italiane detiene una ricchezza che è pari a un quinto del totale (indagine di Boston Consulting Group).
Reddito e ricchezza variano in base all’età (i millenials e i più giovani sono penalizzati), al grado di istruzione e condizione professionale, a favore di nuclei ove il capofamiglia è in possesso di una laurea, di imprenditori e professionisti e anche in base alla collocazione geografica (le famiglie residenti nelle Regioni settentrionali hanno un reddito ed una ricchezza rispettivamente del 48% e del 58% più elevati rispetto al Sud). Se però si esaminano parametri diversi, quali l’imprenditoria, la specializzazione agricola e l’export, a brillare sono aree geografiche diverse.
Nuovi valori
Ambiente è la parola più importante per il futuro. Tornano moderni valori antichi come il lavoro, la casa, il cibo. Per la prima volta internet e i social scivolano tra i temi controversi.
La nuova religione è quella del benessere: gli italiani guardano sempre più allo stare bene individuale, nel fisico e nello spirito. Ciò si riflette nei comportamenti quotidiani e nelle scelte alimentari: tra vegetariani e vegani si contano in Italia quasi 2 milioni di persone (secondo l’ultimo rapporto Eurispes, i vegani sarebbero addirittura triplicati negli ultimi dodici mesi). La pratica dello sport è sempre più diffusa e il corpo diventa il luogo dove raccontare i tratti della propria personalità, esibire valori, speranze e aspettative o magari affermare la propria libertà. Di conseguenza, la cura del corpo è diventata una delle priorità fondamentali degli italiani, superando anche le tradizionali barriere di età e i tabù di genere.
La salute
L’Italia resta il paese più in salute del mondo anche se peggiora la percezione degli italiani sul proprio stato di salute. L’invecchiamento della popolazione, rispettivamente 80,1 e 84,6 anni di media per gli uomini e le donne, varia nel territorio, con valori più alti al nord rispetto al sud (in Trentino-Alto Adige si vive circa 3 anni in più in confronto alla Campania), a suggerire una disparità di accesso alla prevenzione e ai servizi di assistenza sanitaria.
La mortalità delle persone più giovani denota scostamenti territoriali: negli ultimi venti anni la mortalità sotto i 70 anni è diminuita sensibilmente al nord ed è risultata stazionaria in quelle del Centro mentre al Sud il trend è in forte aumento. Le principali cause di morte sono i tumori e le patologie cardiovascolari, mentre nell’ultimo decennio si è assistito ad un calo delle malattie infettive.
Importante la quota di italiani malati cronici: ne sono affetti 4 italiani su 10 (23,6 milioni di persone), mentre uno su quattro tra i pazienti adulti in carico alla medicina generale presenta contemporaneamente almeno due condizioni croniche (era il 21% nel 2011).
Fenomeno In crescita il ricorso a cure alternative a cui ricorrono circa 13 milioni di italiani (ultimo rapporto Eurispes) e di questi quasi il 76,1% sceglierebbe l’omeopatia soprattutto per curare riniti, raffreddori, influenze (63,6%), dolori articolari o muscolari (30,4%), allergie e problemi all’apparato respiratorio (21,8%).
I consumi
Anche se nel 2017 il reddito disponibile reale dei consumatori decelera, la crescita dei consumi dovrebbe mantenersi poco distante dai ritmi degli ultimi due anni. La crescita della spesa ha riflesso l’andamento del potere d’acquisto delle famiglie, favorito da alcune misure di politica fiscale e dal crollo del prezzo del petrolio, oltre ad una leggera riduzione del tasso di risparmio.
Il livello della spesa cambia significativamente per residenza, condizione professionale, nazionalità e tipologia familiare degli italiani. Le famiglie meridionali presentano il livello dei consumi più bassi ma nel 2016 i consumi ripartono con maggiore vigore al sud e soprattutto nelle isole.
La spesa è oggetto di una progressione per larga parte dei profili, soprattutto tra i giovani (+4,7% per la coppia giovane e +2,4% per il single under 35). A fronte di una spesa pari a 2.525 euro/mese per la media Italia, si osservano ampi divari tra le diverse aree del Paese che originano in buona misura da una distanza nei livelli dei redditi e nel costo della vita.
Cambiano i consumi per gli italiani più affluenti, per i quali il lusso non è più ostentazione pubblica ma diventa esperienza personale e investimento sulla qualità della vita, grazie a cibo sano, viaggi e istruzione. Viene superato il ruolo della marca a tutto vantaggio della personalizzazione dei prodotti.
Un altro cambiamento riguarda l’attenzione dei consumatori italiani nei confronti della qualità dei prodotti di largo consumo testimoniata dal calo di circa mezzo punto percentuale della pressione promozionale.
Un italiano su due indica la salute ai primi tre posti fra i criteri di acquisto di un alimento, prima del risparmio e delle proprietà organolettiche (indagine Gfk). Nascono i “cibi terapeutici” – superfood, alimenti tipici della dieta sirt (ricca di sirtuine, regolatori metabolici che controllano la capacità di bruciare i grassi e restare in buona salute).
La salute e il benessere sono dunque gli obiettivi principali della vita quotidiana degli italiani e gli operatori della salute potranno soddisfare tale richiesta con prodotti e servizi adeguati alle singole esigenze e aspettative, tenendo conto del potere di spesa delle famiglie e delle nuove generazioni.
Fonte: Rapporto Coop curato da Albino Russo, responsabile dell’Ufficio Studi Ancc-Coop, e realizzato con la collaborazione scientifica di REF Ricerche e il supporto d’analisi di Nielsen e Coop Italia.