La pandemia da Covid-19 ha reso ancor più evidente il valore della salute e della sanità come fattori indispensabili per il benessere socio-economico e ha evidenziato l’importanza per il Paese di poter contare su un sistema di ricerca scientifica all’avanguardia e di una filiera di produzione e distribuzione di farmaci e dispositivi efficiente e resiliente. Il settore farmaceutico, in particolare, ha dimostrato il proprio valore strategico per la sicurezza del Paese. Sono le conclusioni emerse durante l’evento “L’industria delle Life Sciences come motore di innovazione e crescita sostenibile per il Paese. Modelli per il rilancio nella new normality”, organizzato da The European House Ambrosetti e da Merck Italia.
Un settore primo in Europa per numero di brevetti depositati
Il settore delle Life Sciences ha fornito un contributo decisivo durante la pandemia ma ora, per sfruttare al meglio i fondi collegati al Pnrr, sarà necessario mettere le imprese, soprattutto quelle innovatrici, nella condizione di crescere, investire e generare valore per l’economia e per la società. «Particolare importanza assumerà il contributo di donne e giovani», ha affermato Veronica De Romanis, full professor all’Università Luiss Guido Carli di Roma.
L’Italia ha dovuto affrontare la pandemia da un punto di partenza svantaggiato, «negli ultimi vent’anni il Pil italiano è cresciuto a un tasso tra le 6 e le 9 volte più basso di quello degli altri grandi Paesi europei e il divario di produttività è peggiorato in media del 30%, rispetto ai Paesi competitor. Nel 2020, poi, a causa della pandemia, sono stati persi 450.000 posti di lavoro, di cui il 70% donne», ha spiegato Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House Ambrosetti. «In questo contesto l’industria delle Life Sciences ha fornito un contributo decisivo per rimettere in moto il Paese e ha permesso il consolidarsi di un sentiment positivo della business community, che oggi è ai massimi storici secondo le rilevazioni dell’Ambrosetti Club Economic Indicator. Il contributo dell’industria della Life Science non si limita agli sforzi per contrastare la pandemia: il settore è oggi primo in Europa per numero di domande di brevetti depositate. In Italia è anche il settore a più alta produttività e il farmaceutico è leader europeo per valore della produzione e crescita dell’export nell’ultimo decennio».
Un ruolo, quello giocato dall’industria delle Life Sciences, essenziale per assicurare l’uscita del Paese dalla pandemia, ora «il settore è chiamato a crescere anche in futuro, per sostenere la ripresa e la competitività, contribuire all’occupazione qualificata e rispondere ai bisogni dei pazienti. Il governo è consapevole di questo e continuerà a supportare questo settore assolutamente strategico, anche attraverso le opportunità connesse al Pnrr nei campi della ricerca clinica, della produzione innovativa, della governance e della medicina territoriale», ha commentato Gilberto Pichetto Fratin, viceministro dello Sviluppo Economico.
Da parte delle aziende è stato evidenziato che «tra le necessità più impellenti alle quali il Paese dovrebbe rispondere per incrementare la sua attrattività» ci sono «l’aggiornamento della governance di settore, con una consistente riduzione della burocrazia, e una nuova apertura al dialogo tra industria e istituzioni, sempre nel rispetto dei reciproci ruoli», come ha commentato Jan Kirsten, general manager Healthcare di Merck Italia.