Una recente ricerca condotta da alcuni studiosi dello Spanish national research council (Cnrc) e della Ciudad Universitaria de Madrid (UCM), pubblicato sull’European Journal of Nutrition, indicherebbe che il consumo regolare di caffè produca effetti positivi sulla pressione sanguigna e sui livelli di glucosio e trigliceridi nel sangue, contribuendo quindi a prevenire lo sviluppo della Sindrome metabolica.
La Sindrome metabolica – detta anche Sindrome X o da insulino-resistenza – è una situazione clinica legata al sovrappeso e all’obesità, dovuta alla compresenza di diversi fattori di rischio che aumentano le probabilità di sviluppare malattie cardiache. Lo studio dei ricercatori spagnoli ha dimostrato che al termine di un determinato periodo di osservazione dopo l’assunzione di caffè è diminuita la pressione sanguigna sistolica e diastolica, così come la percentuale di grasso corporeo. Anche la concentrazione di glucosio e la resistenza all’insulina sono diminuite, così come i livelli di trigliceridi, ma con un’evidenza molto più marcata nel gruppo di persone con livelli di colesterolo superiori alla norma. Lo studio, che ha ricevuto un giudizio positivo della Società italiana di Scienza dell’alimentazione (Sisa) riguarda in particolare le abitudini alimentari degli italiani: il caffè, infatti, assunto quotidianamente in sicurezza per centinaia di anni, è parte integrante della storia e della cultura nel nostro Paese.
Un’assunzione moderata di caffè, tipicamente 3-5 tazzine il giorno, come indicato dall’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare (Efsa) nel suo parere sulla sicurezza della caffeina, è associata nella letteratura scientifica a una serie di benefici fisiologici e può far parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo.