I farmacisti non sperino in un 2013 migliore dell’anno appena concluso: la crisi continuerà a mordere ancora a lungo e la farmacia dovrà mettere a posto tutti i suoi fondamentali per superare con danni ridotti al minimo un’altra stagione di intenso freddo economico. Dagli esperti arrivano previsioni non proprio ottimistiche su quello che l’anno appena iniziato riserverà ai titolari, più qualche consiglio sulle contromisure da adottare per non farsi travolgere dalla congiuntura. «Nel 2013» è il parere di Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta, commercialisti dello studio Guandalini di Bologna «le farmacie risentiranno di un’ulteriore contrazione della redditività, determinata dalla crisi dei consumi e dalla riduzione della spesa farmaceutica pubblica. Sia chiaro, non è il caso di stracciarsi le vesti, perché non ci saranno i segni meno che già oggi contraddistinguono altri comparti della nostra economia». Per i due esperti, tuttavia, sarà opportuno prendere qualche cautela: «Sotto il profilo personale» osservano Tarabusi e Trombetta «è opportuno che il farmacista adegui il proprio tenore di vita al profilo reddituale della sua farmacia. In altri termini, è meglio cominciare a fare le formiche e, soprattutto, lasciare all’azienda i capitali di cui ha bisogno: questa non è la congiuntura migliore per indebitarsi e anzi, se c’è la possibilità sarebbe opportuno disinvestire da altri fronti finanziari per ridurre la fragilità dell’impresa farmacia». Per quanto concerne il profilo imprenditoriale, invece, il consiglio è quello di accrescere la consapevolezza dei processi gestionali: «I farmacisti dovranno difendere con i denti la loro marginalità» dicono i due commercialisti «il che significa massima attenzione sulle condizioni di acquisto, su quelle di vendita e sulla rotazione. I titolari, in particolare, imparino a gestire acquisti, listini e magazzino con il loro gestionale, perché altrimenti c’è il rischio di scoprire solo a fine anno che certi prezzi o sconti non erano sostenibili».
Se la parola d’ordine è consapevolezza, tra gli esperti c’è anche chi vuole guardare al domani con una punta di ottimismo. «Sarà un anno difficile è vero» ammette Franco Falorni, commercialista e docente di economia d’impresa alla facoltà di Farmacia di Pisa «e le farmacie dovranno fare i conti con una contrazione dei fatturati di circa il 5-6%, il che significa un calo di circa 20mila euro dell’utile netto. Ma io vedo segnali che mi inducono a ben sperare: per la prima volta, avverto che un numero sempre più ampio di farmacisti ha capito le vere dimensioni della crisi e comincia a reagire». Per Falorni, in sostanza, nella categoria sarebbe in atto un progressivo cambiamento di mentalità: «Sono sempre di più i titolari che si sono stancati di aspettare e vogliono reagire andando all’attacco. C’è chi chiede consigli, chi cerca nuove opportunità di mercato, chi chiede aiuto perché vuole mettere sotto la lente i conti della sua impresa. “Reazione” è la parola da ripetere in questo 2013». Per Falorni, in ogni caso, le mosse da mettere in campo sono quattro: «Rivedere l’organizzazione interna dell’impresa; consolidare il debito ed eventualmente apportare capitale; mettersi in rete con altre farmacie dinamiche e consapevoli; cercare nuove attività e opportunità di mercato. E assieme, consiglio tre assi nella manica: formazione, formazione e ancora formazione».