Risale a pochi mesi fa l’accordo che ha visto Banca Ifis subentrare a Unicredit e Bnl nella proprietà di Credifarma, acquisendo il 70% delle quote azionarie. Il restante 30% è nelle mani di Federfarma. Un connubio strategico, per Alberto Staccione, direttore generale di Banca Ifis, necessario a rilanciare la “banca dei farmacisti”, in un frangente non proprio esaltante per le farmacie italiane: calo dei fatturati, aumento dell’indebitamento, avvento del capitale, con il probabile diffondersi, nei prossimi anni, di catene appartenenti alle grandi multinazionali della distribuzione. «Eppure», rimarca Staccione, «le potenzialità del mercato sono ancora notevoli. Basti pensare che, a fronte di un calo della Dcr, negli ultimi dieci anni, nella misura del 35%, il fatturato complessivo delle farmacie è rimasto sostanzialmente invariato».
L’intervento di Credifarma
Quante farmacie sono sull’orlo del precipizio, quante vacillano? Difficile dirlo, ma l’intervento di Credifarma si propone a 360 gradi. «Non solo le farmacie in crisi», spiega l’amministratore delegato Marco Alessandrini (nella foto), «ma anche quelle che necessitano di un rilancio: ristrutturazioni, piani pluriennali, investimenti diversificati in base alle singole esigenze. Il nostro vuole essere un approccio “ritagliato su misura” sulle necessità della singola impresa. Per questo crediamo che quella tra una banca coraggiosa come Ifis e il sindacato sarà un’alchimia vincente». La prima sfida è però quella di far conoscere sul territorio il nuovo corso dell’istituto di credito. «Già a livello locale opera una struttura periferica di Credifarma che sonda gli umori dei titolari», ricorda Alessandrini. «Nei prossimi mesi, poi, sarà la società stessa a presentarsi ai farmacisti nelle sedi delle associazioni provinciali di Federfarma. Un tour che prederà il via da Crotone sabato prossimo». L’obiettivo primario, secondo il presidente di Credifarma Maurizio Manna: «Contrastare la forza d’urto del capitale. Essere al fianco dei titolari con prodotti finanziari ad hoc significa contribuire a preservare l’indipendenza dei farmacisti, a conservarne i capisaldi, capillarità e qualità del servizio».