Ci parla del tema Federico Marzari, laureato a Venezia con una tesi sperimentale sulle “strategie progettuali e comunicative del punto vendita” e fondatore di MOODproject.it ,
L’era dei non bisogni
Diversi sociologi definiscono il periodo in cui viviamo come “l’era dei non bisogni”, momento storico nel quale i consumatori non sono più nella necessità di acquistare qualcosa. La nostra società è satura di prodotto ed infatti non è il consumo in sé che attrae, ma il contorno, le condizioni che permettono questa relazione. Le qualità, le performance del prodotto, sono quasi date per scontate, divengono minimali, ciò che fa e farà sempre più la differenza, è il desiderio, il sogno e talvolta addirittura il capriccio che i negozi e le relative merci sanno regalarci. È da questi presupposti che l’offerta dei punti vendita deve inevitabilmente svilupparsi nell’area delle emozioni e delle percezioni.
Il significato di percezione multisensoriale
Come da descrizione del Dizionario Garzanti “che riguarda o impegna più sensi contemporaneamente”, manifesta la necessità di questo forte coinvolgimento emotivo che va oltre alla vendita delle semplici merci esposte.
Sappiamo che bastano pochi secondi (2-3), per percepire se un negozio piace e se invoglia o meno a proseguire negli acquisti.
In questi pochi attimi non si sono ancora potute verificare le caratteristiche o le qualità dei prodotti esposti, ma un mix di emozioni e sensazioni ci inducono o al contrario ci allontanano, nel continuare la ricerca.
Oggi, entrando in un negozio, ci aspettiamo di essere colpiti, desideriamo sentire, vedere, annusare, gustare e vivere un’esperienza di acquisto unica e memorabile.
Se entrando in un punto vendita saremo accolti da un piacevole profumo, con una studiata musica di sottofondo, con prodotti ben esposti ed illuminati, il nostro atteggiamento verso il consumo diverrà più disinvolto e sereno e ci permetterà di visionare l’intera offerta in maniera più rilassata e disponibile.
Gli ingredienti della multisensorialità
Come in una ricetta di cucina, i vari ingredienti devono però trovare il proprio posto e la giusta quantità, un’alchimia ragionata, precisa e declinata diversamente per ogni singola attività.
Profumazioni naturali, non esagerate o peggio da mal di testa, musica ricercata e differenziata per fasce orarie e tipologia di clientela, prodotti sapientemente esposti per modalità e quantità, correttamente illuminati e magari toccabili, fanno sempre più la differenza tra un punto vendita ed un altro.
Solo conducendo con attenzione questa strategia comunicativa, riusciremo a fidelizzare il cliente, facendolo acquistare e ricordandogli la piacevole esperienza vissuta in un attraente punto vendita.
Conoscere i fondamenti della multisensorialità e la relativa applicazione è cosa ormai inderogabile e ogni imprenditore deve trovare le proprie soluzioni, applicando in maniera quasi scientifica tutto questo alla propria attività.