“La farmacia di comunità, un centro di salute pubblica”. Questo il titolo del Rapporto Annuale 2016 del Pharmaceutical Group of European Union (Pgeu), la sigla che riunisce a livello comunitario le associazioni nazionali della farmacia e della professione farmaceutica (per l’Italia ne fanno parte Federfarma e Fofi). Presentato nei giorni scorsi, il “Pgeu Annual Report 2016” passa in rassegna i principali ambiti di attività delle farmacie e dei farmacisti di comunità evidenziando la molteplicità dei compiti svolti che vanno molto al di là di quello che rimane il loro ‘core business’, ossia il farmaco, e fa assurgere gli esercizi territoriali a veri e propri centri di salute pubblica, come recita il titolo.
Il panorama dei ‘valori aggiunti’
Sfogliando i dati riportati nel rapporto si delinea un quadro di servizi molto ampio – anche se non del tutto omogeneo – erogati dalle farmacie europee (molti dei quali anche in Italia). In nove Paesi europei i cittadini possono facilmente vaccinarsi contro l’influenza rivolgendosi a una farmacia. In altri quindici Stati europei le farmacie di comunità prendono in carico i malati cronici, gestendo e monitorando le terapie, mentre in tredici Paesi propongono servizi di consulenza su corretto uso dei farmaci, rispetto dei piani di cura e aderenza alla terapia prescritta dal medico. Ancora: in undici Paesi Ce le farmacie offrono uno specifico servizio per i pazienti che iniziano la somministrazione di un nuovo farmaco, in quindici sono offerti programmi per la gestione dei pazienti diabetici, in quattordici per la gestione dell’asma e sempre quattordici sono gli Stati in cui le farmacie collaborano nella gestione dell’ipertensione. In altri tre Paesi (tra i quali il nostro) gli esercizi farmaceutici collaborano con i servizi sanitari per realizzare campagne di prevenzione attraverso screening oncologici, offrendo test e analisi per la diagnosi precoce di tumori intestinali. Nella quasi totalità dei Paesi europei, inoltre, le farmacie di comunità offrono ai cittadini test come la misurazione dei valori della pressione arteriosa, della glicemia, della colesterolemia, del peso corporeo e la verifica dell’indice di massa corporea. Senza contare l’informazione ai clienti sull’appropriatezza d’uso dei medicinali.
Business per le farmacie e risparmio per i Servizi Sanitari
Il Rapporto “stressa” in particolare il ruolo fondamentale svolto dalle farmacie di comunità in Europa: una vera e propria “front line” dei sistemi di salute, dei quali rappresentano la prima interfaccia per i cittadini. Un aspetto quest’ultimo che il segretario generale del Pgeu, Jurate Svarcaite, ha voluto sottolineare ricordando come buona parte dei milioni di cittadini che entrano in farmacia – sani o malati – non ha contatti con altri professionisti sanitari. «Il Report Pgeu 2016 evidenzia che la rete delle 160 mila farmacie di comunità in Europa ha già contribuito significativamente alla salute della comunità locale e all’efficacia e alla qualità del sistema sanitario» ha detto Svarcaite. «Con il giusto supporto e riconoscimento delle istituzioni, la rete delle farmacie offre un’opportunità unica ai governi per provvedere sia a una più ampia cura sanitaria preventiva, sia a una migliore gestione a lungo termine». In particolare, farmacia e farmacista – attraverso la consulenza, la partecipazione a programmi di prevenzione e screening sanitari e l’educazione sanitaria – aiutano a diminuire il ricorso ai medici generici, al pronto soccorso e ai ricoveri ospedalieri, giocando un ruolo chiave nel miglioramento della salute della comunità e “alleggerendo” i costi della sanità pubblica. Si delinea quindi un’opportunità interessante di incremento di business nel momento in cui molte delle attività suppletive già in essere nelle farmacie fossero – sotto l’azione di stimolo del Pgeu – maggiormente riconosciute dai Governi europei come primo filtro per un’azione più vasta di tutela della salute pubblica, molto più ampia della sola dispensazione di farmaci, utile anche alla salvaguardia delle risorse dei Sistemi Sanitari Nazionali.