Può anche darsi che dal prossimo anno le cose andranno meglio, ma per ora l’Italia è ancora nel tunnel della crisi e i bilanci delle famiglie rimangono in forte sofferenza. A dirlo il Rapporto con cui ogni anno Coop fotografa consumi e distribuzione nel nostro paese. E l’edizione 2013, presentata la settimana scorsa a Milano, non invita all’ottimismo. Il reddito disponibile reale degli italiani, per esempio, è calato nell’arco di appena 6 anni di oltre il 10%, a causa di salari che continuano a ristagnare e tasse che nel 2012 hanno toccato il punto più alto degli ultimi trent’anni. La disoccupazione poi è alle stelle (il 12% nei primi mesi del 2013) e a pagare sono soprattutto i giovani sotto i 18 anni di età. Risultato, mentre nei Paesi del centro Europa i consumi hanno di nuovo superato i livelli pre-crisi, in Italia l’81% della popolazione (ma era il 69% appena due anni fa) dichiara di aver cambiato le proprie abitudini di consumo per risparmiare sulla spesa. Si tratta di rinunce che molti degli intervistati dichiarano di voler conservare anche quando le cose andranno meglio: il 25% farà più spesso a meno dell’auto, il 23 non acquisterà abiti nuovi e il 16 ridurrà le vacanze. Oltre a non comprare, si cerca il baratto o si ottengono beni e servizi gratis: è il fenomeno in crescita della sharing economy, ossia il consumo condiviso ormai reclamizzato da più di 120 siti internet italiani. Si scambia di tutto, da case e auto a biciclette, barche e persino beni non durevoli come cino o vestiti, oppure servizi e competenze. La piazza virtuale fa proseliti e se 21 milioni di italiani si limitano a leggere opinioni di altri consumatori (e magari a venirne comunque influenzati), più di 8 milioni partecipano attivamente alle discussioni sui consumi on line. Le comunicazioni sociali, svolte in rete, hanno oramai surclassato il telefono: per le prime in media si perdono oltre 20 minuti al giorno contro i 10 minuti della conversazione via filo. Per 10 milioni poi le procedure di acquisto si sono già invertite: il prodotto si vede sì in negozio, ma si compra online (è il caso dell’abbigliamento che nell’on line registra un + 41% o dei prodotti tecnologici +19%). E’ davvero questo l’unico segnale di dinamismo sul fronte distributivo: l’e-commerce cresce a ritmi sostenuti, prossimi al 20% e supera nel 2013 la soglia dei 10 miliardi di euro.
La crisi fa volare acquisti on line e share economy
Dal consueto Rapporto Coop la foto del consumatore italiano: molte rinunce e continua ricerca di risparmio. E così si compra sempre più spesso on line (dopo aver visto in negozio) e si diffonde la pratica del baratto
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