Anche nel mercato degli integratori internet rappresenta ormai un temibile concorrente per i canali di vendita tradizionali, farmacia compresa. In Italia è uno scenario che al momento si profila soltanto all’orizzonte, nel resto del mondo è già realtà. Questo almeno è quanto emerge dall’analisi di Euromonitor International, presentata a fine giugno nel corso della Convention associativa organizzata a Milano da Federsalus, l’associazione delle aziende che operano nel comparto salutistico. Se nel nostro paese la farmacia consolida la posizione di canale leader, dicono i dati, nel resto del mondo il cosiddetto canale “non store” (e-commerce, vendite dirette, homeshopping) erode quote di mercato all’Health & Beauty, categoria commerciale che raggruppa farmacie, parafarmacie, drugstores e punti vendita al dettaglio con un’impronta healthcare (nutrizionali, beni medicali od ortopedici). Questo raggruppamento di canali, avverte Euromonitor, rimane leader nella distribuzione con il 37% del mercato integratori, ma nel periodo 2008-2013 ha fatto registrare un calo medio del 3%. Al contrario, nello stesso periodo l’internet retailing evidenzia una crescita media del 13%, mentre il direct selling mostra un incremento del 2,4%. Non c’è dubbio che a soffiare sull’espansione del “non store” sia l’assenza o lo scarso sviluppo delle infrastrutture che caratterizza ancora molti paesi, soprattutto dell’Asia, dove non a caso il direct selling è molto forte e l’internet retailing ha già raggiunto livelli quasi paragonabili a quelli del Nord America. In ogni caso, la pressione competitiva sui canali tradizionali si è acuita e questi ultimi hanno già cominciato a reagire puntando all’online per l’offerta di servizi supplementari, come nel caso di numerose farmacie.
Un altro dei “nuovi” canali da tenere sotto stretta osservazione e l’m-commerce, termine che identifica le vendite online effettuate da tablet o smartphone. Per gli esperti di Euromonitor, entro il 2016 questo canale rappresenterà il 25% delle vendite online in Asia e più del 20% in Europa Occidentale.
Un altro dei “nuovi” canali da tenere sotto stretta osservazione e l’m-commerce, termine che identifica le vendite online effettuate da tablet o smartphone. Per gli esperti di Euromonitor, entro il 2016 questo canale rappresenterà il 25% delle vendite online in Asia e più del 20% in Europa Occidentale.
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