Tra gli incontri più interessanti della tre giorni fiorentina di FarmacistaPiù, appena conclusa, quello su “Innovazione in farmacia, obiettivo possibile?”. Inequivocabile la posizione di Eugenio Aringhieri (nella foto durante l’intervista a Laura Benfenati), Ceo di Dompé, per il quale il mondo della farmacia non può rimanere estraneo alla rivoluzione tecnologica in atto: «Big data, networking sono concetti da considerare anche in questo ambito. È fondamentale sapere incanalare in una direzione proficua per l’impresa-farmacia la grande mole di informazioni che le tecnologie digitali consentono di accumulare. E, a questo proposito, occorrerebbe adeguare a questo nuovo corso la formazione universitaria, rimasta ancorata ai vecchi schemi». E il Ddl Concorrenza? «Ormai è inevitabile, ma il punto non è questo. Il futuro delle farmacie è nella specializzazione e nella capacità di fare rete, certamente più diffusa in altri Paesi. La farmacia non può permettersi di rimanere così com’è, deve innovare insieme agli altri stakeholder della sanità».
Mario Del Vecchio, docente di Economia aziendale all’Università di Firenze e alla Sda Bocconi, allarga lo sguardo, da parte sua, al sistema sanità nel suo complesso: «Il modello basato sulle acuzie è giunto al termine, l’assistenza sanitaria è sempre più destinata a svolgersi sul territorio e a confrontarsi con questioni di primaria importanza come quelle della non autosufficienza, della cronicità, della prevenzione. In quest’ottica non va dimenticato che la spesa sanitaria privata, out of pocket, è notevole e – questo invece un dato meno conosciuto – sono dieci i milioni gli italiani che già fanno ricorso, con diverse modalità, alla sanità integrativa». La sostenibilità del sistema pare quindi profilarsi ben oltre i confini del Servizio sanitario nazionale, i cui budget sono sostanzialmente fermi da anni. E la farmacia, in questo contesto? «Di certo è un pilastro del sistema, tanto più in seguito al processo di deospedalizzazione in corso. Certo, in prospettiva dovrà guardarsi dall’insidia di forme distributive alternative, modello Amazon. La vera scelta da fare, per la singola farmacia, è quella riguardante il tipo di posizionamento. Non esiste solo la farmacia dei servizi, esistono anche altre opzioni».