Uno degli eventi più interessanti della manifestazione bolognese è stato quest’anno senz’altro la Cosmofarma Business conference di venerdì pomeriggio, a cui sono stati invitati anche relatori extra settore.
In Italia la penetrazione di Internet è già del 58,6 per cento, sarà di oltre il 60 per cento nel 2019 e si usa lo smarthphone da 140 a 170 volte al giorno, ha spiegato Andrea Bonucci, responsabile delle piccole e medie imprese italiane in Google: «Non andiamo on line, viviamo on line, il 43 per cento degli utenti fa una ricerca in rete prima di comprare un prodotto, molti acquistano su siti internet stranieri cosmetici e farmaci». Eppure solo il 6 per cento delle farmacie fa e-commerce perché crearsi un proprio sito di commercio elettronico difficilmente risulta strategico e remunerativo per una farmacia. Lo ha capito bene Cef, che a Cosmofarma ha presentato la nuova piattaforma di digital health dal nome Farmacia.it, che abbinerà i servizi di e-commerce con quelli informativo-educazionali e di gestione della terapia.
Che il futuro significhi inevitabilmente aggregazione per i farmacisti lo ha ben spiegato Massimo Zonca direttore generale di Ethos profumeria. Nel 1999 l’81,2 per cento delle profumerie era indipendente, nel 2014 soltanto il 42 per cento. «Ethos nacque nel 1995 da 15 imprenditori del Nord est come consorzio di solo marketing, con poca rappresentatività e visibilità; oggi ha 254 punti vendita di 89 imprenditori, ha una forte identità di gruppo ed è tra i leader di mercato», ha spiegato Zonca. Il gruppo, oltre a garantire condizioni commerciali vantaggiose ai suoi soci, vende dati di sell out all’industria, fa attività di trade marketing con oltre 90 aziende e oltre 350 marchi, realizza prestigiose azioni di comarketing con le più grandi aziende cosmetiche. I clienti fidelizzati di Ethos profumeria, inoltre, hanno uno scontrino medio molto più alto rispetto a quelli dei concorrenti.
E le farmacie? Più che di cambiamento nel settore oggi si dovrebbe parlare di “discontinuità”, ha spiegato Erika Mallarini della Sda Bocconi. Il cambiamento infatti è progressivo, ora con il digital, le assicurazioni, le retail clinic non c’è proprio nulla di graduale e il Ddl concorrenza agirà come un acceleratore: «Passi o non passi questo disegno di legge, le cose cambieranno in fretta. Non ci sono ancora le catene reali ma ci sono quelle virtuali. La proprietà non è condizione indispensabile per la realizzazione delle catene, basti pensare che dei 480 punti vendita Feltrinelli soltanto 15 sono di proprietà. E mentre se ne parla, c’è già più di qualche soggetto che si sta muovendo. Con o senza Ddl, ci sarà una nuova configurazione del retail, dei touch point del paziente e del suo customer journey». Mallarini ha aggiunto che tutto questo non riguarderà soltanto le farmacie che, nelle grandi città, si troveranno a competere con le catene: «Con il diffondersi di modelli di franchising o di contratti di rete sparirà per prima la distribuzione intermedia e i farmaci saranno distribuiti dai Centri logistici di distribuzione: la piccola farmacia non in rete avrà per forza problemi di approvvigionamento. E non ci saranno solo catene commerciali ma soggetti che non puntano solo sulla convenienza ma anche sul servizio».
Strategie di difesa? Una la propone UniNetFarma (Unifarma, Farmauniti, Farmacie Comunali di Torino), che in un altro convegno a Cosmofarma ha lanciato Experta. La salute inizia qui. Un brand di proprietà dei farmacisti e un progetto di networking – anzi di vera e propria catena, ci tengono a precisare i protagonisti – in cui si possano combinare le capacità professionali e imprenditoriali del farmacista titolare con la solidità e l’organizzazione di un gruppo forte. I punti forti del progetto? Formazione certificata in collaborazione con l’università, attività di marketing e social marketing, e-commerce, servizi domiciliari, algoritmi di cross selling.