Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del ministero della Salute, arriva ufficialmente in Italia il logo europeo che identifica le farmacie autorizzate a vendere on line. Lo ha annunciato il ministero con un tweet. La normativa, che ricalca quella europea e che è entrata in vigore lo scorso luglio, prevede che possano essere venduti on line solo i farmaci che non richiedono la prescrizione medica. «Con il logo italiano, la disciplina della vendita on line dei farmaci di automedicazione è completa e così le farmacie, le parafarmacie o gli altri esercizi autorizzati potranno dar inizio all’iter». A parlare è l’avvocato Quintino Lombardo, dello Studio legale Cavallaro, Duchi e Lombardo di Milano e Roma. «Il vero punto cruciale – precisa Lombardo – è ottenere prima di tutto l’autorizzazione dalla Regione di competenza per poi chiedere al ministero della Salute la concessione del logo che dà diritto alla farmacia, parafarmacia o corner che sia, di figurare nell’elenco dei soggetti autorizzati». Un meccanismo messo a punto, sia a livello europeo che italiano, per essere sicuri di acquistare farmaci di automedicazione non contraffatti. «Il problema maggiore dei farmaci on line è stato sempre quello di falsificazione e contraffazione. Il meccanismo che è stato messo in piedi, cioè quello del logo comune, serve proprio a scongiurare qualsiasi rischio. In più è previsto un meccanismo di intervento che permette all’Amministrazione sanitaria di oscurare i siti non autorizzati, con gravi sanzioni per chi viola le regole». Questa scelta del legislatore, come spiegato da Lombardo, viene dal fatto che la direttiva europea di riforma del Codice dei medicinali per uso umano sancisce che non si possa vietare in assoluto a uno Stato la vendita di medicinali on line. «È stato concesso – spiega l’avvocato – a ogni nazione di scegliere se riservare la vendita on line soltanto ai medicinali che non necessitano di ricetta medica, ed è quello che ha fatto l’Italia, vietando severamente la vendita on line di tutti i medicinali per la cui dispensazione è necessaria la ricetta». Se però è compito delle Regioni emanare il disposto normativo per l’autorizzazione delle farmacie e degli altri esercizi commerciali al commercio on line, non sembra averlo fatto la Regione Lazio che verrà presto sollecitata da Federfarma all’istituzione di un tavolo urgente per definire entro breve tempo l’iter autorizzativo. L’intero meccanismo di vendita on line, secondo Quintino Lombardo, potrebbe non avere però tutto questo successo annunciato. «Se fossimo in Finlandia o in Canada, dove ci sono spazi immensi e una bassa densità di popolazione e di farmacie, l’interesse per il corriere che porta il medicinale a casa sarebbe forse maggiore. Con la farmacia sotto casa, invece, e con una rete che in fatto di capillarità è tra le prime in Europa, non so in quanti compreranno su internet. Potrebbero esserci aggregazioni di farmacie che avrebbero interesse a strutturare un negozio virtuale, ma si tratterebbe poi di capire, a livello normativo e contrattuale, come regolare una situazione del genere, visto che le autorizzazioni sono rilasciate in capo alla singola farmacia o esercizio che sia».
Il logo per le farmacie on line
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