Il Dottor Contarina e la Professoressa Mallarini raccontano Cure2Care

Il Dottor Contarina e la Professoressa Mallarini raccontano Cure2Care

Il progetto Cure2Care, presentato la scorsa settimana da Federfarma Roma e Sda Bocconi, potrebbe avere un impatto importate sul futuro della farmacia in Italia. Per capire più in dettaglio la portata del progetto, abbiamo fatto alcune domande ai due curatori del volume che descrive la genesi e la formula Cure2Care: Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e vice presidente di Federfarma nazionale, ed Erika Mallarini, docente di Public Management and Policy alla Sda Bocconi di Milano.


Dottor Contarina, quale impatto questa formula può avere sul singolo farmacista e sulla categoria?

La ritengo una formula per costruire il futuro della farmacia italiana. Il singolo farmacista conosce il valore della sua farmacia e dei servizi erogati e oggi, con questa formula matematica, può averne una misura. La portata del progetto è, però, più ampia, punta cioè a dimostrare alle istituzioni il valore potenziale della farmacia nel suo complesso. Uno strumento per far capire concretamente cosa la farmacia può fare per i cittadini e per lo Stato in termini di erogazione dei servizi e in un’ottica di risparmio. Grazie a questa formula matematica, possiamo dimostrare come, attraverso il lavoro delle farmacie, il sistema sanitario nazionale possa risparmiare. Con questo progetto e con il libro possiamo far presente a tutti che il nostro valore è importante e che possiamo misurarlo matematicamente.


Professoressa Mallarini, da dove nasce l’esigenza di questa formula?

Il passaggio dalla cura all’assistenza del paziente è contenuto nel Piano nazionale cronicità, in cui si parla anche di territorializzazione dei servizi sanitari. In questo senso la farmacia riveste un importante ruolo sanitario e sociale, ma non tutti gli stakeholder sono consapevoli del suo grande potenziale. La formula serve a calcolare il valore che ciascun soggetto erogatore di servizi socio-sanitari, anche diverso dalla farmacia, può dare al territorio, e misurare la capacità di gestione. Il riconoscimento istituzionale della farmacia come presidio sanitario sul territorio, oggi, si è ridotto, per tante motivazioni. La farmacia viene vista sempre più come esercizio commerciale e si sono sviluppate alternative pubbliche e private per la dispensazione della salute, fino ad arrivare a modalità di dispensazione del farmaco diverse dalla farmacia.


Come reagire?

La farmacia ha già gli strumenti per essere un punto di riferimento sanitario sul territorio, è già legittimata nel ruolo di dispensazione del farmaco, in particolare sul farmaco tradizionale. Per quanto riguarda le altre attività – dalla gestione della cronicità alla prevenzione – è chiaramente in grado di offrire servizi, ma non viene messa a sistema, in modo standardizzato e verificato. Questa mancanza genera un problema: le singole aziende territoriali, possono riconoscere alla farmacia la funzione, ma non possono remunerare il servizio, perché mancano una convenzione e un accreditamento.


Qual è quindi l’obiettivo della formula?

«Come Bocconi abbiamo messo a punto questo nuovissimo indicatore, una formula matematica che può essere utile per portare a livello nazionale e a livello locale, sui tavoli diversi tavoli di discussione, un valore numerico della farmacia nella gestione della cronicità e della prevenzione.»continua Mallarini « Questo strumento non serve a fare un ranking delle farmacie, le quali sono diverse tra loro perché diverse sono le esigenze e le storie dei territori in cui sono localizzate. L’obiettivo della formula è ricondurre le singole farmacie a cluster in grado ciascuno di rispondere a specifiche esigenze della comunità. Però la valutazione non può essere fatta a livello del singolo o a livello di associazioni, ma si deve pensare a un ente terzo.»


In conclusione

Va sottolineato che si tratta di uno strumento perfettamente integrato e compatibile al progetto Reti delle reti, che Federfarma mette a disposizione di tutti i farmacisti, in modo inclusivo. Infatti, la farmacia deve sviluppare competenze, adeguarsi a standard riconosciuti, informatizzare le attività, investire in tecnologie, ma soprattutto fare sistema tra farmacie, altrimenti le iniziative possono essere solo individuali.

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