All’ormai tradizionale Forum Shackleton, tenutosi quest’anno a Piacenza, si è parlato di “Digital revolution per la farmacia 4.0”. Fino a che punto questa rivoluzione tocca la farmacia? A quanto pare molto, e bisogna adeguarsi.
L’online continua a crescere
I dati forniti da Christian Centonze di Nielsen parlano chiaro: il 56 per cento degli italiani è “connesso”, l’84 per cento degli user si informa online sui prodotti, l’82 per cento per comparare i prezzi, il 59 per scegliere in quale negozio acquistare (vedi articolo successivo). «L’e-commerce in Italia cresce da anni in doppia cifra», gli fa eco Samuele Cernatari di Jusan Network, «e solo nel 2016 ha fatto segnare un 31,7 per cento in più. Di pari passo vanno gli acquisti fatti con lo smartphone, che crescono del 26 per cento».
Le ricerche via web su temi inerenti la salute vanno per la maggiore. «Il 58 per cento di chi cerca informazioni sulla salute online è donna, l’83 per cento delle ricerche riguarda singoli disturbi, mentre il 66 è relativo ai farmaci», ricorda Carlo Grossi, direttore della Bu Otc di Menarini. «Aprire una farmacia online? È una scelta impegnativa, da fare solo se si è sicuri di poter soddisfare tre condizioni fondamentali: prezzo competitivo, assortimento ampio, alto livello di servizio».
E l’impegno riguarda anche il tema dei dati. Elena Folpini di New Line Ricerche di Mercato ha presentato una nuova analisi del potenziale delle farmacie italiane con un dettaglio regionale che mostra come vi siano soluzioni per competere nel nuovo scenario con le nuove tecnologie (approfondiremo nel dettaglio questo aspetto nel prossimo numero).
Ma per fortuna il digitale non è tutto, prima ancora c’è l’impegno quotidiano dietro il banco. «Occorre una mentalità market oriented, », sintetizza Gianluca Rizzato di Shackleton, «fatta di competenza e capacità persuasiva, al punto da trasformare i clienti più fedeli in ambasciatori che divulghino all’esterno l’esperienza del buon servizio che in quella farmacia si offre».