Il carrello tiene anche ad agosto

Il carrello tiene anche ad agosto

Le vendite nel largo consumo continuano a crescere anche in agosto, sebbene in misura minore rispetto agli altri mesi dell’anno, confermando il bilancio molto positivo della prima parte del 2019. Una crescita dovuta anche al permanere dei prezzi deboli che favoriscono la domanda, a fronte di una pressione promozionale che resta ancorata ai livelli di gennaio-agosto 2018. Sono i dati che emergono dal monitoraggio IRI.

 

 

I numeri positivi del 2019 riguardano tutti i canali distributivi, anche se osserviamo un leggero rallentamento dei volumi sia per Iper e Supermercati che per il Discount, rispetto al progressivo di luglio, mentre gli Specialisti Casa Persona segnano un rafforzamento della tendenza.

Un anno a segno più per il Largo Consumo Confezionato (LCC), dunque, che continua a crescere per tutti gli otto mesi del 2019. Valori che risentono positivamente anche di una controcifra, quella del 2018, che non era stata altrettanto brillante.

 

 

Una crescita che investe anche l’area del cura persona. I valori che si registrano in questa prima parte del 2019 sono sicuramente positivi grazie anche a un prezzo medio che, specialmente negli ultimi mesi, si è contratto, favorendo così gli acquisti.

 

 

Un dato importante riguarda la costante crescita della Marca Privata, che si consolida nel 2019. Fa eccezione solo l’area della cura della casa dove questa crescita sembra progressivamente appiattirsi, mentre ha superato la soglia del 20% nel mondo Alimentari e Bevande, grazie anche ad assortimenti sempre più ampi e targettizzati che nel tempo hanno eroso le quote dell’Industria di marca.

 

 

La marca costituisce, di fatto, sempre meno un valore per il consumatore, che è diventato nel tempo più infedele e ricettivo a nuovi stimoli. La brand disloyalty è un dato di cui tenere conto: un’analisi recentemente pubblicata da GFK indica una scarsa fedeltà alla marca, in particolare per i brand meno noti. La quota di cosiddetti “leavers”, coloro che non riacquistano un marchio già acquistato in precedenza, passa da un 44% del totale acquirenti per i brand più famosi fino ad arrivare ad un 66% quando si parla di brand piccoli e meno diffusi tra la popolazione.

 

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