I numeri dei generici in Italia

I numeri dei generici in Italia

«Dal 2000 a oggi, senza farmaci equivalenti e biosimilari, la spesa pubblica sarebbe stata di 4 miliardi di euro più alta. Tra il 2017 e il 2023 andranno a scadenza brevetti di farmaci che generano, conservativamente, una spesa di oltre 3,7 mld di euro all’anno, oltre 22 mld di euro in 6 anni. In Italia, tra il 2006 e il 2015, il Filgrastim biosimilare ha assicurato l’accesso alla cura per il 53 per cento di pazienti in più. Lo stesso effetto positivo è atteso con la recente entrata in commercio dell’anticorpo monoclonale infliximab: in un anno ha già consentito un incremento di quasi il 10 per cento dell’accesso a questa terapia da parte dei pazienti». Questi alcuni dei dati presentati dal presidente di Assogenerici Enrique Hausermann a Roma in occasione dell’Assemblea generale 2016 di Assogenerici. «Questi numeri parlano chiaro e identificano il ruolo che il nostro comparto potrebbe giocare nell’ardua sfida della sostenibilità del Ssn nel garantire l’accesso universale alle terapie», commenta.

Tuttavia in Italia, rispetto ad altri Paesi, l’utilizzo dei generici rimane scarsamente implementato, come si evince dal secondo rapporto Nomisma sul Sistema dei farmaci generici realizzato per Assogenerici: «Le aziende di farmaci generici faticano a espandersi nel mercato di classe A, dove detengono una quota di mercato a valore che è rimasta stabile negli ultimi tre anni (29 per cento). Nella classe di mercato C conquistano quote con lentezza (7,8 per cento nel 2015) mentre nel comparto ospedaliero conquistano quote di mercato rispetto agli originator, ma in una condizione di forte pressione sui prezzi». Nonostante ciò «il panorama industriale dei farmaci generici è ancora robusto: le imprese sono in crescita negli ultimi cinque anni in termini di ricavi (+42 per cento), valore aggiunto (+28,4 per cento), numero di dipendenti (+12,6 per cento), retribuzioni (+26 per cento) e investimenti materiali e immateriali (+5,6 per cento e + 65,8 per cento), con performance nettamente superiori rispetto alla media dell’industria farmaceutica». Sempre dal report, si evince che i farmaci non più coperti da brevetto rappresentano nel 2015 il 27 per cento delle dosi consumate dalle strutture sanitarie pubbliche, ma a livello di valore incidono solo per il 2,1 per cento della spesa, riflettendo così sia l’enorme divario di prezzo con i farmaci innovativi sia la costante pressione sui prezzi alla quale i farmaci a brevetto scaduto sono sottoposti tramite le procedure di gara ospedaliere. All’interno della componente ospedaliera della spesa, i farmaci generici rappresentano meno di un quarto (22,4 per cento) del valore totale dei farmaci a brevetto scaduto, percentuale in aumento, ma ancora inferiore rispetto a quella relativa ai volumi, a segnalare un prezzo unitario medio certamente più basso per i farmaci generici rispetto agli altri farmaci a brevetto scaduto. I dati originali sulle gare ospedaliere in Italia, per la prima volta disponibili grazie a una collaborazione con IHS, hanno permesso un’analisi mai condotta in precedenza.

Un’ardua sfida per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale è rappresentata dall’ingresso sul mercato di numerosi farmaci innovativi: «Negli ultimi cinque anni sono stati immessi in commercio 124 farmaci innovativi, nei prossimi cinque anni sarà il turno di 225 nuove molecole: di queste 75 saranno orphan drugs, delle restanti 150 il 30 per cento saranno farmaci biologici, e di tutte e 225, una su 2 sarà destinata al trattamento dei tumori; il 90 per cento di queste ultime saranno target therapy, il che significa che aumenterà sì l’efficienza dei trattamenti, ma cresceranno anche i relativi costi – afferma il general manager Italia di QuintilesIMS Sergio Liberatore. «Senza il mercato dei farmaci generici il sistema sarebbe collassato molto prima. Negli ultimi cinque anni, di fronte a una crescita di farmaci nuovi da 40 miliardi di dollari (Europa), i generici hanno prodotto un risparmio di quasi 20 mld, un contributo importante al contenimento della spesa farmaceutica».

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