Tra i primi in Europa per lo stato di salute della popolazione, medi per qualità di offerta sanitaria e tra gli ultimi per efficienza dell’offerta sanitaria e complessiva capacità di risposta ai bisogni di salute dei cittadini. Una classifica non positiva per l’Italia quella stilata da Meridiano Sanità Index, realizzata da The European House – Ambrosetti, attraverso l’elaborazione di quattro principali indicatori di performance del Sistema sanitario. Nello specifico il Meridiano Sanità Index, illustrato in occasione dell’undicesima edizione del Forum Meridiano Sanità, mostra che sul fronte dell’equità dell’offerta sanitaria l’Italia è in linea con l’Europa, con un punteggio di 5,4 a fronte del 5,6 della media Eu; mentre sul fronte dello stato di salute mostriamo una performance migliore della media europea e siamo al secondo posto, con un “voto” di 6,1, dopo la Svezia (8,3). Voti molto bassi per l’Italia invece per quanto riguarda il fronte dell’efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria, con un punteggio di 3,7 a fronte del 9,1 della Svezia. Il nostro Paese manifesta anche grande ritardo sul fronte della capacità di risposta del Sistema sanitario ai bisogni di salute: siamo penultimi con 3,7 a fronte dell’8,2 dei Paesi Bassi. E guardando ai fatti interni ai confini nazionali, l’Emilia Romagna guida invece la classifica delle Regioni con migliore offerta sanitaria, seguita dalla Lombardia. Poi, Trentino Alto Adige e Toscana, con un punteggio pari rispettivamente a 6,9 e 6,7. Quindi Piemonte (6,4), Umbria (6,3), Val d’Aosta (6,2), Veneto e Marche (6,2), Friuli Venezia Giulia (6,1), Lazio e Liguria (5,6), Sardegna e Abruzzo (5,1), Molise (4,8), Puglia e Sicilia (4,6), Calabria (4,1) e Campania (4). «Le Regioni con le performance migliori, ovvero quelle del Nord, sono anche caratterizzate da un livello di spesa maggiore e ricchezza maggiore», si legge nel Rapporto. Infine si evidenziano i cambiamenti maggiori rispetto allo scorso anno: la Val d’Aosta guadagna quattro posizioni, il Friuli Venezia Giulia ne perde cinque e la Sardegna ne guadagna quattro. Dal punto di vista dello stato di salute, anche se l’Italia si posiziona ancora tra i primi posti in Europa, si evidenziano alcuni campanelli d’allarme. Nel 2015, per la prima volta in 10 anni, è diminuita la speranza di vita alla nascita, il tasso di mortalità è stato il più alto dal dopoguerra a oggi e, inoltre, continuano a calare gli anni vissuti in buona salute. In aggiunta al fenomeno dell’invecchiamento demografico, oggi l’Italia deve affrontare altre importanti sfide per la salute delle persone. La sfida di gran lunga più importante per i sistemi sanitari e sociali è quella delle patologie croniche, che rendono necessaria una specificità di organizzazione e un impegno di risorse molto importanti. Tra le principali malattie croniche figurano l’Alzheimer, le cardiopatie ischemiche, i disturbi respiratori cronici, il diabete e i tumori. Anche sul fronte delle vaccinazioni, nel 2015 la copertura nazionale media contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B pertosse e Haemophilus influenzae è stata del 93,4 per cento; con un decremento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2014 e di quasi tre punti percentuali rispetto al 2011. Particolarmente preoccupanti sono i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia che hanno perso cinque punti percentuali dal 2011 al 2015, passando dal 90,1 per cento all’85,3 per cento. Anche sul fronte delle coperture dei programmi di vaccinazione per anziani (over 65) contro l’influenza, l’Italia ha registrato negli ultimi anni un drammatico calo.
I dati di Meridiano Sanità
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