Il Largo Consumo Confezionato fa i conti con la pandemia, anche se si tratta di uno dei settori fino a qui meno penalizzati. Ma che cosa accadrà da qui a fine anno e nel 2021? Il nuovo rapporto IRI del 16 ottobre pubblica le previsioni sull’andamento dei mercati del Largo Consumo Confezionato per la chiusura dell’anno in corso e per il 2021. Uno studio elaborato a partire dalle opinioni prevalenti fra gli esperti macroeconomici, i principali Istituti di Studi Sanitari, Imprese e Consumatori.
In questo scenario, l’evoluzione attesa della pandemia in direzione abbastanza ottimistica rappresenta il presupposto fondamentale per lo sviluppo delle previsioni. Afferma IRI «sulla base delle opinioni degli esperti e delle analisi dei dati pubblicati dall’Istituto Superiore della Sanità, ipotizziamo un avanzamento dei contagi con una curva magari oscillante ma più lunga rispetto a marzo/aprile 2020, con ripiegamento a partire dall’aprile/maggio 2021, dove poniamo l’inizio della disponibilità del vaccino e la messa a punto di protocolli di cura specifici. In questo lasso di tempo (autunno-inverno) il tasso di ospedalizzazione resterà sensibilmente più basso rispetto alla fase acuta (6/10% vs 31% medio di Aprile 20)».
A sostenere le previsioni, anche le anticipazioni macroeconomiche per il terzo trimestre che indicano un’inversione congiunturale (cioè rispetto alla prima metà del 2020) che scongiura i timori che il sistema economico possa entrare in una fase di depressione. E per il 2021 un recupero degli indicatori macroeconomici, anche se non sufficiente a colmare le perdite del 2021.
Le previsioni su prezzi e promozioni. Nel III trimestre del 2020 le promozioni di prezzo si sono riallineate ai livelli del 2019. Si è imposta un’evoluzione sostanzialmente in linea nell’orizzonte previsionale, perché la domanda ancora in tensione non dovrebbe stimolare un impiego ancora più massiccio della leva. I prezzi sono, in media, sostanzialmente fermi. Per il 2021 si è tracciata un’evoluzione piatta considerando sia l’assenza di particolari fattori inflazionistici macroeconomici sia la forte competizione all’interno della filiera.
I consumi dei pasti in casa: si tratta di un fenomeno forzato dal lockdown che però è perdurato anche nel post lockdown e che continuerà a incidere sulle vendite alimentari. La diffusione dello Smart working contribuirà ancora a sostenere questa parte di domanda LCC nel retail, anche dopo la auspicabile risoluzione della pandemia. IRI si attende un parziale affievolimento del fenomeno (parte di questa evoluzione nel mondo del lavoro è destinata a essere strutturale) solo dopo maggio 2021.
In base a questi fattori, le previsioni di IRI indicano che le vendite a valore per la chiusura 2020 saranno nettamente positive, attestandosi ad un +5,8%. L’andamento dei volumi si prevede raggiunga un +5%.
E il 2021? Iri prevede andamenti in flessione: «Il prossimo anno infatti sarà condizionato dal “rimbalzo” del primo semestre sul periodo più difficile della pandemia del 2020, dove le crescite del mercato erano state eccezionalmente alte. La chiusura attesa del comparto nel 2021, a valore e volume, è del -1,9%».
Il rimbalzo negativo della spesa atteso per il 2021 coinvolgerà soprattutto le categorie del Fresco Confezionato e i Reparti Chimici. Anche per le bevande si prevede un ripiegamento delle vendite in valore, ma i ricavi resteranno al di sopra dei livelli del periodo pre-Covid (2019).
Il calo dei volumi sarà più accentuato per i comparti Casa e Persona a causa del rientro della extra-domanda dei prodotti “Be Safe” (come gli igienizzanti) nel secondo semestre del 2021.
L’e-Commerce? Non un fenomeno passeggero. «Una nota finale deve sicuramente essere attribuita al canale che maggiormente ha acquisito importanza nel corso del 2020 e che rimarrà un punto di riferimento fondamentale per il consumatore anche in futuro: l’ e-Commerce. Le previsioni di IRI indicano una crescita a valore del 111% per quest’anno e dell’80% per il 2021».