Federsalus: riconosciuto il ruolo positivo degli integratori sulla salute

Federsalus: riconosciuto il ruolo positivo degli integratori sulla salute

La filiera italiana degli integratori alimentari può vantare un trend di crescita, a fronte di prodotto che impatta positivamente sulla qualità della vita dei consumatori. Questo lo scenario emerso dalla quarta indagine di settore “La filiera italiana dell’integratore alimentare” a cura del Centro Studi Federsalus, un’analisi che mostra come le circa 200 aziende associate realizzano un prodotto dall’elevato profilo qualitativo contribuendo inoltre alla crescita del Paese.

Valorizzare l’identità dell’integratore

La stima relativa al fatturato industriale del settore dell’integratore alimentare risulta pari a 1,33 miliardi di euro, in aumento del 12% rispetto all’indagine dell’anno precedente, per un totale di 11.509 addetti.

«Federsalus vuole favorire lo sviluppo industriale nel lungo termine, in un contesto normativo in grado di valorizzare l’identità specifica dell’integratore rispetto all’alimento ed il suo ruolo per la salute ed il benessere delle persone», spiega Marco Fiorani (nella foto), presidente Federsalus. «Per continuare a creare occupazione e innovazione e quindi crescita, il settore necessita di criteri di valutazione di sicurezza ed efficacia specifici per l’integratore a livello europeo. La mancata armonizzazione regolatoria nella Ue è un freno alla libera circolazione dei prodotti e quindi alle esportazioni delle aziende italiane, che sono un riferimento di qualità nel mondo. Molto è ancora da fare in questa direzione e FederSalus sta attivando un desk internazionalizzazione, in collaborazione con Ice – Italian Trade Agency, per supportare le aziende verso i mercati esteri. Nel 2019, attraverso l’organizzazione di incontri BtoB con operatori internazionali e di collettive nei più importanti eventi mondiali del settore, l’associazione sarà a Ginevra, a Tokyo e a Chicago».

La filiera dell’integratore alimentare è composta da produttori di materie prime, aziende di produzione in conto terzi e aziende a marchio proprio sul mercato di consumo. Un ruolo importante è quello svolto dal contract manufacturing, modello di produzione prevalente, fiore all’occhiello del made in Italy, utilizzato in Italia da importantissime multinazionali farmaceutiche, a riprova della qualità produttiva.

Per oltre il 73% delle aziende rispondenti la produzione di integratori alimentari è realizzata in Italia. Le aziende che hanno aderito all’indagine si mostrano molto dinamiche e volte all’innovazione, con investimenti complessivi pari a circa l’11% del fatturato. Le aziende del comparto hanno investito soprattutto in impianti e nuovi macchinari, in ricerca e sviluppo, tecnologie e formazione che rappresentano il 72% degli investimenti realizzati nel 2017.

Le aziende italiane guardano con favore anche ai mercati internazionali con il 22% di esse che esporta oltre un quarto del fatturato. Sul fronte dell’internazionalizzazione vi sono ampi margini di miglioramento, se si considera che per il 53% delle aziende l’incidenza del fatturato estero sul totale è minore del 25% e che il 25% delle aziende non esporta.

Infine, una conferma dell’eccellenza della filiera italiana degli integratori alimentari arriva dai risultati inediti della analisi di bilancio che Elite Borsa Italiana ha condotto per Federsalus su un campione rappresentativo di aziende ampiamente attive in Italia. Il settore degli integratori alimentari rientra nel network di eccellenza di Elite, con cui Federsalus ha avviato una partnership. Dall’analisi emerge che il settore presenta dati di performance molto interessanti, in crescita anno dopo anno. L’analisi evidenzia inoltre una propensione all’innovazione delle aziende del settore confermata della valorizzazione della dinamica degli investimenti industriali.

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