Il grave diffondersi a livello mondiale del fenomeno dell’antibioticoresistenza, solitamente correlato a un uso eccessivo e inappropriato di antibiotici, trova conferma e viene ulteriormente aggravato da un meccanismo “web”: la vendita online di antibiotici senza accertazione di prescrizione medica. La denuncia proviene da uno studio condotto dall’Imperial College di Londra, pubblicato sul “Journal of Antimicrobial Chemotherapy”.
Ciò è reale motivo di profonda preoccupazione – commenta Sara Boyd, primo autore dello studio sostenuto dal National Health Service (NHS, il servizio sanitario britannico), perché favorisce un impiego fortemente diffuso e improprio di preziose risorse terapeutiche, spesso usate secondo posologie (dosaggio e durata di trattamento) del tutto errate che non solo le rende inefficaci, ma favorisce il rischio che si sviluppino ceppi batterici resistenti a ogni tipo di antibiotico disponibile.
I dati emersi dalla ricerca britannica
Dallo studio emerge che è proprio una migliore gestione degli antibiotici da parte della medicina primaria, e quindi una loro minore prescrizione, a rappresentare uno stimolo per i pazienti a rivolgersi a Internet per l’acquisto di tali prodotti. Boyd e collaboratori hanno effettuato un’analisi trasversale per valutare la qualità e la legalità delle farmacie online che vendono antibiotici al pubblico, descrivere le modalità utilizzate per dispensarli (se con la richiesta o meno di presentare copia della relativa prescrizione medica) e, infine, effettuare una stima di sicurezza per i pazienti.
I ricercatori si sono limitati ad analizzare venti piattaforme. Di queste solo cinque dichiaravano la propria sede nel Regno Unito, erano registrate presso l’NHS e non dispensavano antibiotici in assenza di presentazione di ricetta medica. Nel 50% dei casi gli studiosi si sono imbattuti in situazioni “ibride”, in cui non era chiara la sede legale della farmacia e le procedure di vendita erano molto variabili. Nove siti (45%) non richiedevano la prescrizione medica e, nell’80% dei casi, le farmacie online lasciavano alla discrezionalità del cliente la scelta del tipo di antibiotico, del suo dosaggio e della quantità totale acquistata.
Un rischio non relegato all’Oltremanica
Nelle conclusioni Boyd e collaboratori osservano che la situazione rilevata sottolinea i rischi per la salute del cittadino e come vi sia l’urgente necessità di migliore l’educazione nel pubblico e, soprattutto, di varare leggi, normative e linee guida di buona pratica gestionale per le società che si occupano di vendita online di farmaci. D’altra parte, è opportuno aggiungere, questa ricerca non può non suonare come un campanello d’allarme anche per il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che, peraltro, a differenza dell’NHS, autorizza le farmacie alla vendita online solo di farmaci OTC e SOP. Dall’aumentare di casi di danni da uso improprio di medicinali che si registrano quotidianamente, sembra infatti necessario un maggiore controllo – seppure tecnicamente complesso – delle farmacie online che dispensano farmaci etici senza prescrizione, determinando nel caso degli antibiotici un grave rischio non solo per la salute individuale ma anche per quella pubblica. Senza contare, infine, il danno economico causato da questi canali distributivi fuori regola alle strutture che svolgono professionalmente nell’ambito del SSN il compito di dispensare farmaci etici, ovvero le farmacie delle aziende sanitarie e quelle del territorio.