Farmacie e comunità montana: una nuova alleanza

Farmacie e comunità montana: una nuova alleanza

Un protocollo di intesa che potrebbe aiutare le farmacie rurali ad affrontare la crisi in cui si trovano e che sancisce una nuova alleanza tra farmacie rurali e Comunità montana. L’obiettivo? Salvaguardare le aree montane dallo spopolamento e assicurare ai residenti i servizi essenziali, a partire da quelli sanitari. Il documento è stato siglato il 22 luglio a Roma da Federfarma-Sunifar, che rappresenta le 6.700 farmacie dislocate nei comuni con meno di 5.000 abitanti, e UNCEM, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani.

Un impegno comune per affrontare la crisi

«Sono molto soddisfatta dell’intesa raggiunta con UNCEM» ha affermato la presidente del Sunifar, Silvia Pagliacci. «Collaboreremo per valorizzare il ruolo della farmacia rurale e salvaguardare la vitalità delle zone montane, che insieme rappresentano un importante patrimonio del nostro Paese».

Il protocollo viene firmato in un momento difficile per la farmacia rurale. L’allarme era stato lanciato a inizio anno: il 30% del totale delle farmacie rurali, infatti, sono in situazioni di pre-fallimento.  Secondo Federfarma più di 1000 sono a rischio chiusura in tutta Italia. Tra le cause del fenomeno: lo spopolamento dei piccoli centri e l’aumento dell’età media, la desertificazione sanitaria e diminuzione dei servizi offerti, le spese di gestione e tasse, l’aumento della distribuzione diretta. Le aree più a rischio, con il maggior numero di piccole farmacie, sono Piemonte (697), Veneto (545), Emilia-Romagna (521), Calabria (472), Toscana (438) e Sardegna (318).

“Per valutare la situazione in cui operano le farmacie rurali” si legge nell’ultimo rapporto di Federfarma sulla Farmacia Italiana “va considerato il processo di desertificazione dei piccoli centri: troppo poco redditizio mantenere esercizi pubblici e servizi nei paesi che vanno spopolandosi a favore dei grandi centri. Gli anziani che rimangono nei piccoli comuni sono troppo pochi per giustificare la presenza di esercizi commerciali, anche i medici si spostano e tendono a concentrare i propri ambulatori nei centri maggiori.” In molti casi solo la farmacia rurale rimane a presidiare il territorio, ma la ridotta capacità di acquisto di chi rimane mette in crisi la tenuta economica.

Il protocollo appena firmato impegna le due Associazioni a sollecitare interventi volti a promuovere la presenza di attività economiche e di servizi socio-sanitari accessibili ed efficienti nei piccoli comuni montani, per garantire standard di vita dignitosi ai loro abitanti tutto l’anno e non solo durante la stagione turistica.

L’intesa tra Federfarma-Sunifar e UNCEM nasce dalla condivisione dell’importante ruolo svolto dalla farmacia rurale nei piccoli paesi di montagna, dove spesso costituisce l’unico presidio sanitario rimasto. Nell’intesa dunque viene sancito che le piccole farmacie:

  • devono poter dispensare tutti i farmaci SSN, evitando che i malati e i loro familiari debbano spostarsi per raggiungere Asl e ospedali dove ritirare i farmaci erogati con la distribuzione diretta
  • devono essere messe in grado di continuare a offrire servizi di prevenzione, di prestazioni di prima istanza, di front office, di telemedicina, come previsto dalla normativa sulla Farmacia dei servizi
  • devono avere la possibilità concreta di essere punti di riferimento sul territorio in caso di emergenza, effettuando piccole medicazioni e con l’uso di defibrillatori. Devono poter rappresentare un faro di orientamento per indirizzare il cittadino nella scelta della struttura SSN più adatta al suo problema di salute o per guidarlo nello svolgimento di pratiche burocratiche

«Il lavoro da fare insieme guarda al futuro dei servizi nelle aree montane, portando anche nelle farmacie l’innovazione dell’Agenda digitale, le opportunità della Strategia nazionale delle Aree interne, le risorse della nuova Programmazione di fondi europei 2021-2027» ha affermato Marco Bussone, presidente nazionale UNCEM, «Le farmacie sono un punto di riferimento prezioso nei piccoli Comuni, che può ulteriormente crescere in stretta sinergia con gli enti locali».

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