Come previsto, in Italia non è partita il primo luglio la rivoluzione dell’e-commerce su Sop e Otc. Forse ci sarà da aspettare soltanto qualche giorno in più, forse più facilmente qualche settimana, di certo vanno dimenticati i trepidanti articoli di quotidiani, settimanali e agenzie che nell’ultimo mese annunciavano l’imminente via libera al farmaco online. Come ha precisato il ministero della Salute in una nota pubblicata sul suo sito il 23 giugno, per partire occorre attendere la pubblicazione del decreto che ufficializza la versione “italiana” del logo di garanzia Ue. Ossia il bollino che dovrà identificare i siti italiani autorizzati a fare e-commerce sul farmaco, perché “emanazione” di una farmacia o di un esercizio di vicinato regolarmente registrati.
Il comunicato ministeriale lo promette a breve, ma finché manca niente online (per ovvi motivi). Dopo la pubblicazione, scrive ancora il dicastero, «sarà possibile mettere in piedi le procedure finalizzate alla vendita on line dei soli Sop-Otc». In particolare, l’autorizzazione «dovrà essere rilasciata dalla Regione o dalla Provincia autonoma», oppure dalle «autorità individuate dalla legislazione locale sulla base di una specifica richiesta, contenente gli elementi identificativi della farmacia e, ovviamente, l’indirizzo del sito web utilizzato per la vendita on line». Una volta ottenuta l’autorizzazione, il titolare della farmacia «potrà rivolgersi al Ministero per ottenere l’assegnazione del logo», attraverso una procedura che sarà resa presto disponibile sul portale del Ministero stesso.
Già. Resta però il fatto che a oggi le Regioni nelle quali sono state fornite indicazioni sull’ufficio cui inviare la richiesta di autorizzazione non sono più di una o due. E senza nulla osta regionale, niente logo e dunque niente online. Morale? L’-ecommerce non è partito il primo luglio e di fatto non si sa ancora bene quando partirà.