Un comparto che soffre della continua pressione verso il basso dei prezzi: è quanto emerge dal rapporto “Sistema dei farmaci generici in Italia” di Assogenerici, realizzato dalla società di studi economici Nomisma. Il documento si basa sugli studi del 2015, 2016 e 2017 che analizzano rispettivamente il segmento retail, quello ospedaliero e la componente prettamente manifatturiera del comparto, grazie ai dati riferiti all’apparato produttivo farmaceutico nazionale, quelli emersi dalla Suvey su Industria 4.0 che ha coinvolto le imprese associate ad Assogenerici (49 in tutto) e infine quelli provenienti da numerose banche dati.
A rischio la sostenibilità economica
Lo studio delinea un quadro del comparto generici composto da imprese relativamente giovani (quasi metà sono nate nel ventennio 1980-1999), di media dimensione (il 46% delle imprese conta da 50 a 249 addetti), più strutturate rispetto al totale delle imprese farma (il 41% delle aziende dei generici sono Spa) e che realizzano un impatto sull’economia del Paese pari a otto miliardi di euro.
Le aziende “genericiste” originano più produzione e più ricavi – cresciuti del 67% contro il 25,7% nelle imprese totali del comparto farma – ma non recuperano il gap sulla crescita dei costi di produzione che, tra il 2010 e il 2016, aumentano del 69% contro il 25,7 nelle imprese totali del comparto farma. Il fenomeno è dovuto essenzialmente a una sempre maggiore diffusione degli equivalenti, cui corrisponde un analogo aumento dei ricavi che per le imprese dei generici sono aumentati del 67% contro il 22,8% delle imprese totali farma.
«Dal 2010, la continua pressione verso il basso dei prezzi dei farmaci generici ha costantemente eroso la marginalità lorda delle imprese del comparto», commenta il presidente di Assogenerici Enrique Häusermann (nella foto). «Il pericolo è che si sia toccato un “livello critico” dei prezzi, al di sotto del quale la sostenibilità economica di molte imprese potrebbe risultare a rischio». Un rischio che emerge in modo ancora più evidente dall’analisi delle dinamiche dei meccanismi di gara che presiedono a tutte le forniture farmaceutiche ospedaliere. Anche in questo caso i segnali di “sofferenza” emergono dall’analisi del rapporto tra volumi e valori: tra il 2016 e il 2018, infatti, l’incidenza in volume dei generici sulla farmaceutica ospedaliera è cresciuta di quattro punti percentuali (dal 23,4 al 27,3%), ma la quota in valore è aumentata solo dello 0,3%. Né è andata meglio ai branded off patent, cresciuti di tre punti in volumi (dal 36,4% al 39,2%) e diminuiti di quattro punti in valori (dall’8,8% al 4,9%).
In questo contesto fanno riflettere i dati sul tema Industria 4.0: solo il 4% delle imprese considera Industria 4.0 come un fattore di competitività o un punto di forza dell’impresa; oltre metà delle aziende intervistate non ha utilizzato nessuna delle undici principali azioni di intervento previste dal Piano nazionale impresa 4.0. La misura maggiormente utilizzata dalle aziende del campione (19%) è quella relativa agli iper e superammortamenti. Al secondo posto (11%) figura il ricorso alla “Nuova Sabatini”, agevolazione rivolta alle Pmi per l’accesso al credito. In coda alle preferenze (7%) il credito d’imposta per R&S e il Patent box. Eppure, segnala Nomisma «se da un lato alcuni vantaggi di Industria 4.0, quali il real time production o la mass customization, possono essere, al momento, meno impattanti per la peculiarità produttive delle imprese di farmaci generici, altri aspetti possono, nel tempo, costituire importanti vantaggi competitivi per meglio affrontare le sfide future del mercato globale».
Nomisma propone alcune possibili soluzioni: da un lato sottolinea la necessità di utilizzare o migliorare gli attuali strumenti di policy, incrementando per esempio il ricorso al patent box o al credito d’imposta per R&S, ma anche agendo sulla leva fiscale. Segnala inoltre la necessità di accrescere il livello della digitalizzazione della pubblica amministrazione e di sfruttare l’enorme potenzialità offerta dall’introduzione della deroga al Supplementary protection certificates (Spc), capace di aumentare in maniera significativa, nei prossimi anni, le possibilità di sviluppo del mercato delle imprese dei generici. E, infine, si consiglia nuovamente di utilizzare al meglio il potenziale offerto da Industria 4.0. Indispensabile per affrontare tutto questo il ruolo dell’associazione rappresentativa del comparto, come ribadito dal presidente Häusermann.