«Promuovere sempre più il biotech in Italia, un comparto altamente tecnologico e leva di crescita per l’economia del Paese», ha dichiarato Eugenio Aringhieri subito dopo la conferma per il terzo mandato come presidente del Gruppo Biotecnologie di Farmindustria.
Laureato in farmacia, Aringhieri è Ceo del Gruppo Dompé e componente della Giunta di Farmindustria.
In Italia sono 145 i farmaci biotecnologici oggi disponibili. Le 199 aziende biotech che operano nel Paese investono oltre 500 milioni in Ricerca e Sviluppo e occupano circa 4.000 addetti. I progetti di ricerca raggiungono quota 303 – compresi quelli per le malattie rare – di cui il 65 per cento nelle fasi finali.
«Nel prossimo biennio continuerò – seguendo il programma strategico di Farmindustria – a puntare sul valore dell’innovazione per dare risposte sempre più efficaci alle diverse patologie, anche quelle rare», ha spiegato Aringhieri. «Un obiettivo possibile solo attraverso una nuova governance del settore che potrà rafforzare l’Italia del biotech. Già oggi siamo una realtà importante a livello globale, con eccellenze pure nelle terapie avanzate che rappresentano la frontiera dell’innovazione. Tutto italiano è il primo farmaco approvato in Europa, per una patologia rara oculare, e un altro arriverà a breve per l’immunodeficienza combinata severa. Il biotech rappresenta il futuro nell’ambito della salute, dal punto di vista scientifico, sociale, occupazionale. La sfida è ora quella di rafforzare le condizioni a sostegno del settore, favorendo gli investimenti e l’uniformità dell’accesso all’innovazione. Solo in questo modo l’Italia potrà continuare a essere protagonista in uno scacchiere sempre più internazionale».