Continua la crescita dell’eCommerce B2C in Italia: secondo Netcomm sono oltre 16 milioni gli italiani che acquistano online prodotti farmaceutici e della salute. Si stima che il mercato dei prodotti di questo settore acquistati online valga 794 milioni di euro. D’altra parte, tra i prodotti più acquistati nei supermercati online troviamo quelli per la cura di sé. Secondo i dati di Supermercato24 – il marketplace italiano della spesa online – una buona fetta del mercato dell’eCommerce è rappresentato da prodotti di bellezza acquistati nei supermercati online.
Prodotti per capelli i più acquistati online
Così come nel 2018, anche nel 2019 i prodotti per la cura dei capelli (10,6%) e della pelle (10,6%) occupano il primo e il secondo posto della classifica delle categorie merceologiche beauty più acquistate online in Italia. Insieme costituiscono oltre un quinto delle vendite nel settore della bellezza da supermercato. Al terzo posto il make-up (9%), che nel giro di un anno ha scalato il ranking, balzando dall’ottava alla terza posizione.
Tra i prodotti per capelli il più acquistato è un balsamo riparatore alla provitamina, mentre al secondo posto spicca quello alla cheratina, perfetto per nutrire in profondità e idratare il fusto del capello; lo shampoo più venduto online promette un effetto seta grazie alla sua azione lisciante. Tra i prodotti per il corpo: bagnoschiuma estremamente idratanti (più acquistati nel 2019 sono stati quelli al latte e miele, seguiti da quelli all’olio di Argan e da quelli ispirati ai bagni termali); seguono quelli a base di burro di karité.
L’acquisto sostenibile
Ma quanto è sostenibile dal punto di vista ambientale l’acquisto online? A questa domanda hanno cercato di rispondere i ricercatori dell’Osservatorio eCommerce B2C, del B2C Logistics Center, un gruppo di ricerca del Politecnico di Milano attivo nell’ambito della logistica a supporto dell’eCommerce B2C e, più in generale, dell’omnicanalità. In un documento dal titolo “La sostenibilità ambientale nell’eCommerce B2C” si analizzano alcuni scenari. Poiché la differenza di sostenibilità dell’acquisto è data soprattutto dall’impatto dei trasporti, sono stati considerati uno scenario urbano e uno extra-urbano: «Dall’analisi di processi online e offline con riferimento a un singolo acquisto effettuato da un cliente che risiede in un’area urbana, i processi di acquisto online risultano avere un impatto ambientale minore in tutti i settori esaminati. In particolare, nel settore dell’abbigliamento l’impatto ambientale dell’acquisto online è circa il 20% più basso di quello generato dalla vendita tradizionale». Mentre nell’editoria e nell’informatica ed elettronica di consumo il risparmio arriva a circa il 30%; nel settore alimentare, invece, le emissioni generate dal processo di acquisto online sono circa il 15% più basse rispetto a quelle generate da un acquisto tradizionale.
In area extra-urbana, i risultati cambiano in termini di valori assoluti, ma le considerazioni complessive rimangono invariate: «Nel settore dell’abbigliamento l’impatto ambientale dell’acquisto online è circa il 25% più basso, nell’informatica ed elettronica di consumo del 35%, nell’editoria di circa il 30%, nel grocery del 15%».
Fanno eccezione due casi: «Il caso di un consumatore che acquista un vestito, un tablet e un libro all’interno dello stesso giro in tre negozi di un centro commerciale o di un centro città. Da un lato, nel processo di acquisto offline viene calcolato una sola volta il percorso di andata e ritorno del cliente», mentre per l’acquisto online sono calcolati tre diversi percorsi, con un maggiore impatto. Il secondo caso è relativo all’acquisto fatto in negozi di piccole dimensioni: «Siano i chilometri percorsi 2 o 4, l’acquisto tradizionale risulta più sostenibile da un punto di vista ambientale. La distanza percorsa dal cliente, come già emerso, influenza fortemente il risultato: le emissioni dell’acquisto tradizionale sono il 20% più basse dell’acquisto online nel caso di un brevissimo percorso del cliente (2 km); lo scarto si riduce al 10% quando la distanza percorsa raddoppia (4 km). Nello scenario, invece, in cui il consumatore è piuttosto distante dai negozi (si considerino 4 km) e questi sono di medio-grandi dimensioni, risulta più sostenibile l’acquisto eCommerce».