Creme, lozioni, spray, oli, paste e perfino salviette schermanti. Di anno in anno aumenta l’offerta di prodotti solari ed è aprile il mese in cui quest’anno si avvia la corsa alla scelta degli schermi per tutta la famiglia.
Vediamo in due appuntamenti quali sono le parole chiave della categoria e il loro significato in termini di consiglio.
Uno sguardo al mercato
Attesta un corposo report (Ipsos suncare usage & attitude e beauty track 2016/2017) che il 94% degli italiani compra i prodotti solari prima di partire per le vacanze e che la farmacia è riconosciuta essere il luogo dove si trovano i prodotti dedicati alla protezione delle aree più sensibili del viso e del corpo.
Complessivamente nelle farmacie il mercato dei prodotti schermanti ha superato i 148 milioni di euro (1), contro gli oltre 110 milioni della GDO (2) e i quasi 23,8 milioni delle Parafarmacie (3). Dopo un inverno più lungo del solito, aprile segna così un buon inizio per il canale delle farmacie con un picco di vendite dei solari superiori del 50% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Guardando al canale aggregato Farma (Farmacia e Parafarmacia), si osserva che il segmento più importante è quello della Protezione, seguito dalla Protezione Bambino, dai Doposole, dalla Fotoprotezione sistemica, dagli Autoabbronzanti e dai Doposole Bambino. Tuttavia, nell’anno mobile terminante a maggio 2018, i segmenti mostrano sofferenza, ad eccezione della Protezione Bimbo e del Doposole in Parafarmacia.
Il consiglio
Dei solari facciamo grande uso e il farmacista si trova a dover consigliare il tipo di prodotto più adatto, il livello di protezione più indicato e spesso dà anche consigli sull’uso pratico dei prodotti in vacanza.
Una rinfrescata sulle parole più comuni che userete per consigliarli è d’obbligo, incluse alcune nuove terminologie obbligatorie in etichetta o recentemente raccomandate dalla Commissione europea in un documento rivolto ai produttori, da cui estraggo molte di queste preziose indicazioni:
- SPF: fattore di protezione solare, si riferisce solo alla protezione dai raggi UVB (nello spettro fra 290-320 nm). Si indica con 8 numeri (da 6 a 50+) o quattro categorie: ‘protezione bassa’ (spf da 6 a 14,9); ‘protezione media’ (spf da 15 a 29,9); ‘protezione alta’ (spf da 30 a 59,9); ‘protezione molto alta’ (spf 50 +, uguale o inferiore a 60). Sono vietate le diciture ‘schermo totale’ o ‘sunblock’ o ‘instant protection’.
- Protezione anti UVA: indica la protezione dai raggi UVA (da320-400 nm). E’ identificata da un simbolo, la sigla UVA inserita in un cerchio e corrisponde ad 1/3 del fattore di protezione solare (spf) indicato in etichetta. Per ottenere un margine di tutela della propria salute, meglio scegliere i prodotti dotati anche della capacità protettiva anti UV-A, oltre all’SPF.
- Dosi: ‘rinnovare con frequenza l’applicazione’, si legge sulle etichette. In che quantità? Per ottenere il livello di protezione indicato dall’SPF sull’etichetta del protettore solare devono essere applicati gli stessi quantitativi impiagati a monte nei laboratori durante le prove, cioè 2 mg/cm2 di pelle, ovvero 36 grammi di crema (pari a 6 cucchiaini da tè) per il corpo di un adulto medio. Questa dose raramente coincide con quella applicata comunemente ma è bene sapere che l’uso di un quantitativo inferiore a quello raccomandato riduce in modo rilevante l’efficacia protettiva. Dimezzare la dose, per esempio, riduce di due o tre volte la protezione. Ricorda la Commissione europea che riducendo tale quantitativo il livello di protezione diminuisce notevolmente.
Nel prossimo appuntamento, parleremo di resistenza all’acqua o ‘water resistance’, della data di scadenza, dell’elenco degli ingredienti, delle indicazioni per neonati e bambini, di suggerimenti pratici e parole fuorvianti, che non dovrebbero essere dette.
Fonti:
(1) New Line Ricerche di Mercato, anno mobile fino a maggio 2018
(2) Fonte: IRI: Iper+ Super + Libero Servizio Piccole Superfici + Casa Toilette
(3) Fonte: Line Ricerche di Mercato