I consumatori di sigarette elettroniche? Si rivolgono per il 78% ai rivenditori specializzati, per il 3,8% alle farmacie, per il 12,8% ai tabaccai e per il 5,5% ad altri canali, che verosimilmente comprendono internet e distributori illegali. E’ la radiografia che arriva dall’Osservatorio fumo dell’istituto superiore di sanità, che nei giorni scorsi ha indagato per la prima volta in dettaglio il fenomeno delle cosiddette “e-cig”. Per farlo sono stati rielaborati i dati dell’indagine Doxa presentata venerdì in concomitanza con la Giornata Mondiale senza tabacco (e condotta in collaborazione con il ministero della Salute, l’Istituto di ricerche Mario Negri e la Società italiana di tabaccologia).
Utilizza regolarmente la e-cig (in media nove volte al giorno) l’1% degli italiani, ossia 500 mila persone circa, mentre un altro 3,2% ne fa uso in modo occasionale. Ridotta la disassuefazione indotta dalle sigarette elettroniche: tra chi se ne serve, solo il 10,6% ha messo definitivamente da parte le sigarette tradizionali, il 22,9% ne ha diminuito drasticamente il numero, un altro 44,4% le ha ridotte leggermente e il 22,1% ha mantenuto le vecchie abitudini. L’89,4% dei consumatori di e-cig, in altri termini, sono ancora fumatori e infatti il 95,6% di questi utilizza i modelli con nicotina.
Le ricariche per le e-cig vengono acquistate solitamente dal 78% dei consumatori nei rivenditori specializzati, dal 3,8% nelle farmacie, dal 12,8% dai tabaccai e dal 5,5% attraverso altri canali, che verosimilmente comprendono internet e distributori illegali.
«Indipendentemente dalle motivazioni per cui vengono vendute» commenta Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio fumo dell’Iss «oltre 500mila persone utilizzano la sigaretta elettronica verosimilmente come mezzo per ridurre o smettere di fumare. La fotografia che ci offre l’indagine Doxa mette in evidenza che è necessario approfondire con metodologie scientificamente solide la reale capacità di questo strumento per aiutare i fumatori a diventare ex fumatori». Anche perché questi dispositivi sembrano attirare soprattutto le generazioni più giovani. «Nella fascia di età 15-24 anni» rimarca Pacifici «la prevalenza dei consumatori di sigaretta elettronica è più che doppia rispetto ai consumatori di sigarette tradizionali: il 23,6% utilizza e-cig, l’11,6% fuma le classiche»
Utilizza regolarmente la e-cig (in media nove volte al giorno) l’1% degli italiani, ossia 500 mila persone circa, mentre un altro 3,2% ne fa uso in modo occasionale. Ridotta la disassuefazione indotta dalle sigarette elettroniche: tra chi se ne serve, solo il 10,6% ha messo definitivamente da parte le sigarette tradizionali, il 22,9% ne ha diminuito drasticamente il numero, un altro 44,4% le ha ridotte leggermente e il 22,1% ha mantenuto le vecchie abitudini. L’89,4% dei consumatori di e-cig, in altri termini, sono ancora fumatori e infatti il 95,6% di questi utilizza i modelli con nicotina.
Le ricariche per le e-cig vengono acquistate solitamente dal 78% dei consumatori nei rivenditori specializzati, dal 3,8% nelle farmacie, dal 12,8% dai tabaccai e dal 5,5% attraverso altri canali, che verosimilmente comprendono internet e distributori illegali.
«Indipendentemente dalle motivazioni per cui vengono vendute» commenta Roberta Pacifici, direttore dell’Osservatorio fumo dell’Iss «oltre 500mila persone utilizzano la sigaretta elettronica verosimilmente come mezzo per ridurre o smettere di fumare. La fotografia che ci offre l’indagine Doxa mette in evidenza che è necessario approfondire con metodologie scientificamente solide la reale capacità di questo strumento per aiutare i fumatori a diventare ex fumatori». Anche perché questi dispositivi sembrano attirare soprattutto le generazioni più giovani. «Nella fascia di età 15-24 anni» rimarca Pacifici «la prevalenza dei consumatori di sigaretta elettronica è più che doppia rispetto ai consumatori di sigarette tradizionali: il 23,6% utilizza e-cig, l’11,6% fuma le classiche»
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