Se micio si lava da sé, fido fa lo shampoo regolarmente e cani e gatti sono sempre più puliti e profumati dai loro padroni. Questa tendenza può dare impulso alla progettazione di una nuova offerta in farmacia. Vediamo come.
Il mercato
Il fatturato dei prodotti per i pets nella grande distribuzione ha superato lo scorso anno i due miliardi di euro con un incremento del fatturato del +2.7% rispetto all’anno precedente (rilevazioni Iri per Rapporto Assalco-Zoomark 2017). Il business cresce anche nelle farmacie dove nel 2017 ha toccato quota 395 milioni di euro, in crescita dell’1,9% (consuntivo anno 2017 New Line Ricerche di Mercato). Circa l’80%, ovviamente, sono farmaci ma in questa rubrica parliamo di quel 20% che resta e che include, appunto, i prodotti per l’igiene e la bellezza. Ancora una nicchia per le farmacie rispetto alla grande distribuzione ma il farmacista, forse, potrebbe essere più coinvolto nel business in nome della sua stessa formazione professionale.
Con il crescere del segmento ‘beauty for pets’, crescono infatti anche le allergie della pelle dei nostri amici a quattro zampe. Che sia perché li laviamo troppo? Cosa contengono i prodotti per la loro igiene?
I prodotti per l’igiene dei nostri amici a quattro zampe
Shampoo normali e medicati, shampoo a secco, salviettine disinfettanti e per la pulizia, prodotti per la toelettatura come le lozioni protettive anche dotate di schermi solari, lucidanti per il pelo. E poi spazzolini da denti, dentifrici normali o medicati, collutori e stick per la pulizia dei denti (in aumento le parodontiti dei cani la cui igiene della bocca è fondamentale), pasticche per profumare l’alito e fragranze.
Sottolinea Marco Melosi, Presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani, Anmvi: «Gli animali domestici sono sovente soggetti a malattie della pelle, a più attacchi fungini e batterici, scatenati anche a causa di un uso eccessivo di prodotti per l’igiene aggressivi e il farmacista, che già dispensa i medicinali prescritti dai veterinari, può intervenire diventando il referente per i consumatori sia nel dare indicazioni più precise su come usare questi detergenti sia scegliendo lui stesso di commercializzare linee di prodotti più affini alla fisiologia dei pet con formule delicate. Insomma, i farmacisti possono essere garanti dei prodotti che scelgono».
Chi garantisce la qualità dei prodotti?
Qui il nocciolo del problema: se nel campo dei cosmetici per uso umano esistono norme precise che ne garantiscono la qualità e la sicurezza, nel caso dei prodotti per l’igiene di pet cani e gatti non ci sono regole equivalenti.
Matteo Zanotti, chimico cosmetologo e docente di valutazione della sicurezza dei prodotti cosmetici alla facoltà di farmacia dell’Università di Siena, è in questi giorni alla fiera Interzoo di Norimberga, la più grande kermesse dedicata ai pet d’Europa. Qui sta presentando il primo protocollo di autodisciplina per la garanzia della sicurezza dei cosmetici verso l’animale e verso l’uomo (‘Safe Pets Cosmetics’). Spiega Zanotti: «Circa due anni fa l’Istituto Superiore di Sanità aveva effettuato dei controlli a campione sui prodotti per l’igiene degli animali in cui erano state evidenziate diverse anomalie nelle etichettature e grande variabilità nelle formule e nei parametri come il pH. Era stata riscontrata anche la presenza di tracce di metalli pesanti come il mercurio a riprova dell’assenza di regole precise. Ad oggi in Italia i detergenti per animali seguono le stesse leggi valide per il settore dei detersivi, cioè dei prodotti per l’igiene della casa. Potrebbero essere perciò usati tensioattivi aggressivi. Inoltre i prodotti non sono testati sugli animali prima di essere messi in commercio e se ne trovano di pessima o di buona qualità, difficile capirlo».
Precisa Zanotti: «Il farmacista può perciò fare la differenza perché ha le capacità di informarsi presso le ditte produttrici circa le formulazioni e le garanzie di qualità degli stessi prodotti. Può scegliere i cosmetici che garantiscono un maggiore livello di sicurezza, qualità oggi interamente demandata alla coscienza delle ditte produttrici».
Al farmacista la scelta.