Netto segno meno per profumerie e punti vendita professionali, di poco sotto allo zero farmacie e mass market, in territorio decisamente positivo le erboristerie. E’ la pagella dei canali di vendita che arriva dalla consueta rilevazione congiunturale di metà anno condotta da Cosmetica Italia (ex Unipro), l’associazione che rappresenta le imprese del comparto. Presentata giovedì a Milano, l’indagine offre una fotografia non proprio brillante del mercato del cosmetico nei primi sei mesi dell’anno. I consumi, infatti, fanno segnare un -2,4% a valori che nelle proiezioni dovrebbe trasformarsi a fine anno in un -2,8%, per un giro d’affari stimato in circa 9.400 milioni di euro.
Incoraggia il fatto che a calare è il giro d’affari ma non i volumi: significa che i consumatori non rinunciano ai cosmetici ma in questa congiuntura si orientano su fasce di prezzo e canali più economici per risparmiare; siamo, in sostanza, di fronte al noto effetto clessidra, che vede prevalere i prodotti di fascia più alta e quelli più “popolari”, mentre perdono le categorie di prodotto intermedie e i canali di vendita più statici, incapaci di soddisfare la “shopping experience” dei nuovi consumatori.
Non è il caso delle farmacie. Da alcuni trimestri i consumi di cosmetici nel canale mostrano segnali di debole difficoltà (-1,1% nel primo semestre secondo la rilevazione congiunturale, con le stime per fine anno che confermano lo stesso valore e ipotizzano un giro di affari attorno ai 1.700 milioni di euro) ma le previsioni per l’anno nuovo sono ottimistiche. Inoltre, il calo è a valori ma non a volumi, un dato che conferma la fiducia di cui gode il canale presso i consumatori, attratti ancora dai suoi livelli di specializzazione e dai servizi accessori.
Nonostante gli elementi positivi, le farmacie devono guardarsi le spalle dall’ascesa delle erboristerie: a metà anno il canale cresce del 3,5% (valore che dovrebbe essere confermato anche a fine 2013) per un giro d’affari che a dicembre dovrebbe superare i 410 milioni. E’ una cifra ben distante da quelle delle farmacie, ma fa pensare che il trend positivo (il migliore tra tutti i canali della cosmetica) sia determinato soprattutto dal fenomeno di successo dei negozi monomarca e dalla tendenza al “green” dei consumatori. E ancora, concorrono al successo le felici scelte di molti punti vendita per un assortimento più ampio in alcune categorie merceologioche come il make up, che oggi fa il 15% del fatturato medio del canale.
Per ciò che concerne la grande distribuzione, infine, il calo a metà anno arriva all’1,5% ma per dicembre dovrebbe ridimensionarsi attorno all’1%, sempre con il segno meno davanti. Nel comparto però si nascondono tendenze contrastanti: centri monomarca e specializzati, infatti, evidenziano in realtà andamenti positivi con incrementi anche superiori al 10%, iper e super invece rivelano arretramenti anche superiori ai quattro punti percentuali.
Incoraggia il fatto che a calare è il giro d’affari ma non i volumi: significa che i consumatori non rinunciano ai cosmetici ma in questa congiuntura si orientano su fasce di prezzo e canali più economici per risparmiare; siamo, in sostanza, di fronte al noto effetto clessidra, che vede prevalere i prodotti di fascia più alta e quelli più “popolari”, mentre perdono le categorie di prodotto intermedie e i canali di vendita più statici, incapaci di soddisfare la “shopping experience” dei nuovi consumatori.
Non è il caso delle farmacie. Da alcuni trimestri i consumi di cosmetici nel canale mostrano segnali di debole difficoltà (-1,1% nel primo semestre secondo la rilevazione congiunturale, con le stime per fine anno che confermano lo stesso valore e ipotizzano un giro di affari attorno ai 1.700 milioni di euro) ma le previsioni per l’anno nuovo sono ottimistiche. Inoltre, il calo è a valori ma non a volumi, un dato che conferma la fiducia di cui gode il canale presso i consumatori, attratti ancora dai suoi livelli di specializzazione e dai servizi accessori.
Nonostante gli elementi positivi, le farmacie devono guardarsi le spalle dall’ascesa delle erboristerie: a metà anno il canale cresce del 3,5% (valore che dovrebbe essere confermato anche a fine 2013) per un giro d’affari che a dicembre dovrebbe superare i 410 milioni. E’ una cifra ben distante da quelle delle farmacie, ma fa pensare che il trend positivo (il migliore tra tutti i canali della cosmetica) sia determinato soprattutto dal fenomeno di successo dei negozi monomarca e dalla tendenza al “green” dei consumatori. E ancora, concorrono al successo le felici scelte di molti punti vendita per un assortimento più ampio in alcune categorie merceologioche come il make up, che oggi fa il 15% del fatturato medio del canale.
Per ciò che concerne la grande distribuzione, infine, il calo a metà anno arriva all’1,5% ma per dicembre dovrebbe ridimensionarsi attorno all’1%, sempre con il segno meno davanti. Nel comparto però si nascondono tendenze contrastanti: centri monomarca e specializzati, infatti, evidenziano in realtà andamenti positivi con incrementi anche superiori al 10%, iper e super invece rivelano arretramenti anche superiori ai quattro punti percentuali.
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