Calano i consumi interni ma tengono le esportazioni per la cosmetica italiana. A dirlo sono i dati del preconsuntivo 2012 elaborati dal Centro studi di Unipro, l’associazione delle imprese di settore: nell’ultimo anno il fatturato globale del comparto è cresciuto di un risicato 0,5%, che ha consentito di superare il tetto dei 9 miliardi di euro, ma i volumi sono calati dell’1,4%.
Diversificate le performance dei singoli canali di vendita. Le profumerie fanno registrare la contrazione più consistente, con un -4,1% soltanto nel secondo semestre del 2012 e la stima di un altro -3% per i primi sei mesi del 2013. Decisamente meglio la grande distribuzione, anche se con vistose eccezioni: iper e supermercati tradizionali arretrano del 4%, i grandi negozi specializzati fanno invece registrare un balzo avanti del 20%.
Segno meno anche se contenuto pure per la farmacia, che nel 2012 mostra per la prima volta forti incertezze dopo anni di incoraggiante crescita: -2% soltanto nel secondo semestre, accompagnato dalla stima di un +1% nei primi sei mesi del 2013. Per gli esperti di Unipro è la conferma di un rallentamento di dinamiche di acquisto che in passato avevano premiato la farmacia e oggi invece sembrano sopravvivere solo nelle erboristerie, che chiudono il 2012 con un interessante +2,5%. Per il presidente di Unipro, Fabio Rossello, il mercato evidenza una contrazione dalla quale emerge la tendenza del consumatore a mantenere i consumi sui prodotti ormai considerati irrinunciabili, quelli cioè destinati alla cura della persona. Le previsioni del Centro studi per il 2013, in ogni caso, stimano una crescita del mercato complessivo del 7% in valori.
Cosmetica, canale farmacia con il fiato corto
Il preconsuntivo del Centro studi Unipro offre per l'anno appena concluso un bilancio con luci e ombre. Nelle performance di retail si salvano solo le erboristerie, in affanno anche la Gdo
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