Farmacie americane presto in prima linea. Mentre la pandemia non accenna a fermarsi negli Stati Unit, soprattutto negli stati che hanno scelto di non avviare misure di distanziamento, le case farmaceutiche stanno prendendo accordi con il Dipartimento di salute e dei servizi umani per le sperimentazioni e la distribuzione del possibile vaccino anti Covid-19. Le organizzazioni del settore segnalano che la farmacia può giocare un ruolo fondamentale nella gestione delle milioni di dosi che dovranno essere distribuite. Il sito americano drugstore.news riporta anche la notizia che venerdì 31 luglio il Dipartimento di salute e servizi umani e il Dipartimento della difesa hanno siglato un accordo da 2 miliardi di dollari con Sanofi e GlaxoSmithKline per sostenere lo sviluppo di 100 milioni di dosi di vaccino. L’accordo rientra nell’Operazione Warp Speed, in piano che destina risorse quasi illimitate per selezionare i migliori candidati vaccini anti-coronavirus, produrli e distribuirli su larga scala a tempi record.
Alex Azar, segretario della Salute e dei Servizi umani ha dichiarato: «Il portfolio di vaccini messo in piedi grazie all’operazione Warp Speed aumenta la possibilità che ne avremo almeno uno sicuro alla fine di questo anno». Intanto la National Association of Chain Drug Stores afferma che la farmacia è pronta per giocare un ruolo centrale nella distribuzione di un eventuale vaccino anti Covid-19. Il presidente e CEO della NACDS, Steve Anderson, ha dichiarato: «in ogni caso, le farmacie americane rappresentano per i pazienti e per la nazione una componente efficiente, efficace ed essenziale per la diffusione del vaccino» e ha aggiunto «e devono diventare parte del piano di distribuzione del piano di vaccinazione. C’è una farmacia di comunità a meno di cinque miglia dal 90% degli americani, e questo è fondamentale per raggiungere le popolazioni rurali e coloro che soffrono di disparità nell’assistenza sanitaria».
Anderson ha sottolineato come tramite la farmacia è possibile raggiungere velocemente un largo numero di pazienti: tra catene e farmacie indipendenti vengono coperte 60.000 località per 180.000 farmacisti sparsi nella nazione.
Ha inoltre ricordato come durante la pandemia H1N1 (la cosiddetta “suina”) 10 anni fa la farmacia si è dimostrata un partner indispensabile per la salute pubblica, riuscendo a soddisfare il 23% della richiesta di vaccini. E ha concluso: «Uno studio del Centers for Disease Control and Prevention ha dimostrato che includere le farmacie nel modello di gestione della vaccinazione per la pandemia può aiutare la nazione a vaccinare l’80% della popolazione con sette settimane in anticipo».