Comunicazione, la qualità non dipende dalle risorse

Comunicazione, la qualità non dipende dalle risorse

Trascorro una domenica con la famiglia a fare acquisti e spese. Passiamo qualche ora in un outlet di abbigliamento che accoglie anche caffetterie e bar per pasti veloci ma elaborati. E proprio in uno di questi locali, attira la mia attenzione un cartello disposto su un tavolo vicino alle casse. Nulla di sofisticato, due espositori da banco appaiati con una tasca contenente alcuni leaflet destinati ai clienti. Quelli di un contenitore promuovono la campagna della Fondazione Umberto Veronesi per la ricerca contro il tumore alla mammella; i volantini dell’altro, invece, pubblicizzano un’altra iniziativa della Fondazione Umberto Veronesi, organizzata in collaborazione con Airest per reclamizzare i benefici di un’alimentazione sana e curata e intitolata “Vivibene+salute+sorrisi”.
Il claim di questa seconda comunicazione, in particolare, recita: «Airest e Fondazione Umberto Veronesi ti guidano attraverso un percorso di sana e gustosa alimentazione« e subito sotto «Non rinunciare al benessere e al gusto, segui sempre il bollino», ossia il logo della Fondazione. Per rafforzare il messaggio, poi, davanti agli espositori fanno mostra di sé alcuni sacchetti monoporzione di noci,  contrassegnati dal marchio “Vivibene” abbinato al logo “Pink is good”, per ricordare che chi acquista una confezione di noci sostiene la campagna contro il tumore al seno.


Entrare in un’area di ristorazione veloce e imbattermi in un piccolo angolo promozionale ben costruito e dedicato alla salute, alla prevenzione e alla ricerca, mi ha spinto a pormi qualche domanda. Com’è possibile che angoli simili non siano presenti nelle farmacie? Non sono forse il luogo della salute per eccellenza? Non è il presidio che deve rappresentare, preservare e promuovere i valori importanti per la salute e il benessere della collettività? Non dovrebbe essere il luogo che fa comunicazione ed educazione su questi temi importanti?


E’ un tempo complesso quello attuale: in questa complessità la farmacia deve inserirsi con decisione per conservare la sua posizione di “presidio della salute e del benessere”, senza paura di scendere in campo e confrontarsi con realtà molto meno preparate e strutturate da un punto di vista professionale, ma semplicemente più propense al commerciale e alla comunicazione col cliente.


La farmacia deve parlare ai consumatori e coinvolgerli in un percorso di crescita e conoscenza delle tematiche del benessere. Deve comunicare, informare e formare attraverso messaggi legati ai temi importanti della salute, tenendo a mente che il valore aggiunto della farmacia come punto vendita è dato proprio dalla tipologia di servizi offerti, dalla competenza professionale della squadra e dal consiglio, vero “differenziale” che contraddistingue e caratterizza. Quindi, come il consiglio e la competenza sono in mano alla squadra con la loro professionalità, così i valori, i servizi proposti e l’informazione primaria sono affidati agli spazi interni alla farmacia che devono “vestirsi” con i messaggi corretti e parlare ai clienti. Gli addetti così, nel rapporto diretto con i consumatori, rafforzeranno i messaggi che i consumatori hanno già avvistato intorno a loro e potrà accadere che siano loro stessi pro-attivi, chiedendo spiegazioni più approfondite e dettagli di ciò che hanno letto.

Per restare in tema alimentazione e benessere, basterebbe cominciare a comunicare in modo serio e costante che la stessa Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, sostiene come circa un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori possano essere evitati grazie a una equilibrata e sana alimentazione. Grazie alle informazioni fornite dal ministero della Salute, potete pensare di dedicare uno spazio della farmacia all’informazione sul tema, predisponendo materiale divulgativo, esponendo prodotti correlati e salutari, tracciando su una lavagna (a cadenza quotidiana o settimanale) un claim di volta in volta diverso ma orientato a educare: “Sai che una sana alimentazione dev’essere costituita per il 50% da carboidrati (con alto contenuto di fibre), per il 25% da proteine, specialmente di origine vegetale e per non più del 25% da grassi?”. Oppure: “Ricorda di mangiare legumi, rappresentano la fonte più ricca di proteine vegetali e sono molto ricchi di fibre!” e così via, anche sulla base del progetto di sviluppo che avete definito a inizio d’anno.

Il discorso vale per ogni categoria commerciale. Potete mettere in campo la stessa modalità di informazione/educazione in tutti i comparti della vostra farmacia: dermocosmesi (per esempio, nel periodo estivo sull’esposizione ai raggi solari), fitoterapia (settore perfetto perché trasversale a molte problematiche di salute), bambini (perché è consigliabile sottoporsi a cicli di immunostimolanti con l’inizio d’anno) e così via. Per fare una comunicazione di qualità servono sia i contenuti sia gli strumenti. Per assicurarsi la disponibilità di questi ultimi (ossia il come si comunica), non sono necessari investimenti importanti, ma allo stesso tempo incaricare un professionista che “metta in bella” l’idea di fondo è fondamentale. I contenuti in farmacia li avete tutti, costruite bene come comunicare e il gioco è fatto.

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AUTORI

Consulente Senior Shackleton Consulting . Responsabile Progetto Promotion in Farmacia.

Coordina progetti di comunicazione e formazione per aziende di differenti canali su tematiche commerciali e di marketing.