Lo strumento principale su cui ruota la comunicazione in Facebook è la timeline. L’idea che ci sia una finestra aperta sulle attività dei nostri “amici” che ci permette di seguirli tutti assieme è stato infatti uno degli elementi distintivi della piattaforma e uno dei principali motivi del suo successo. Alla base del social network vige un principio di “stanzialità”: non è necessario visitare le pagine di amici e gruppi alla ricerca di aggiornamenti ma sarà il sistema a segnalarci, nel nostro spazio, argomenti e temi di interesse.
Questa premessa introduce il più delicato tema dei filtri. Non tutti i contenuti di tutti gli account che seguiamo infatti ci vengono mostrati in maniera omogenea. Facebook inizialmente aveva stimato essere 250 il numero massimo di “contatti” che potevano essere gestiti simultaneamente con un buon livello di interazione. E chi ne ha più di 250? E se i nostri 250 contatti scrivessero moltissimi post al giorno? Quattro parametri aiutano il sistema a filtrare così da proporci solo quello che viene stimato per noi interessante: la freschezza dei contenuti, le tematiche trattate, l’ingaggio prodotto con gli utenti e quello che noi stessi produciamo verso di loro.
In questo scenario, che Eli Parisier indica come “filter bubble” l’utente corre un rischio – solo paventato – di rimanere intrappolato in una “bolla di omogeneità tematica” mentre il produttore di contenuti rischia realmente di sparire dalle timeline dei suoi fan senza accorgersene. Ogni contenuto prodotto può virtualmente raggiungere milioni di lettori senza limiti preventivi ma nella timeline di ciascuno questo può essere presente o meno (ed essere visto o meno) in base alle regole di filtraggio. Quindi il virtualmente infinito numero di lettori può trasformarsi, senza che ce ne accorgiamo, in un più realistico zero. Mille fan non corrispondono necessariamente a mille contatti.
Cosa Fare per ottimizzare il nostro successo sui social
Bisgna usare i quattro parametri di filtraggio della piattaforma per definire le strategie editoriali.
Freschezza: la pagina deve essere aggiornata quotidianamente. Visto l’ambito di interesse circoscritto non sono necessari più di uno o due post al giorno purché costanti e capaci di costruire un appuntamento stabile con i lettori.
Interesse: i temi scelti debbono intercettare gli interessi dei nostri fan. L’aver fatto like alla nostra pagina non implica una curiosità costante da parte del pubblico sugli argomenti che discutiamo e se l’utente non manifesta interesse tematico i nostri interventi, nel tempo, non gli verranno più mostrati. Allora sarà necessario diversificare i contenuti: non solo promozioni ma anche informazione, non solo produzione propria ma anche una buona selezione di post altrui attraverso le condivisioni. Soprattutto non solo consigli medici o sui prodotti ma anche di salute, benessere, alimentazione e stili di vita.
Interagire: sarà fondamentale rispondere ai commenti, commentare i post prodotti dai nostri lettori, ripubblicare contenuti terzi e fare like a qualsiasi contenuto ci interessi. Più il nostro profilo è attivo meno corre il rischio di “venir dimenticato” da Facebook.
Stimolare l’interazione: è necessario scrivere contenuti che invoglino all’interazione. Usiamo quindi domande, la richiesta di condividere opinioni, di votare, di prendere posizione circa temi di interesse collettivo. Il pubblico che “incappa” in un nostro post in timeline deve esserne catturato e stimolato alla partecipazione.
Nelle prossime settimane esploreremo questi quattro aspetti della linea comunicativa in Facebook per definire, alla fine del percorso, quali sono le migliori strategie nella costruzione di un piano editoriale vincente.