La Cooperativa Esercenti Farmacia di Brescia (Cef) ha acquisito il 94 per cento delle azioni di Nord Est Farma (Nef), un polo logistico che copre prevalentemente l’area del Veneto e conta più di 250 farmacisti soci, un fatturato da 130 milioni di euro, e opera grazie a un magazzino automatizzato di 6.000 mq situato a Bolzano Vicentino, in cui lavorano 90 dipendenti che gestiscono 30.000 referenze.
PharmaRetail ha intervistato il Presidente della Cef Vittorino Losio, per approfondire le dinamiche aziendali, in particolar modo dopo questa acquisizione e in vista dell’entrata in vigore del Ddl concorrenza.
Quali sono i numeri di Cef dopo quest’ultima acquisizione?
Dopo Pisa, Bari e Roma è continuato il nostro percorso di crescista con l’acquisizione di Nord Est Farma. Grazie a questo ulteriore passo, Cef oggi può vantare 10 poli logistici sparsi in tutto il paese, dal Nord al Sud, quasi 2.000 farmacie socie, 870 dipendenti, 1.400 farmacie in rete e un fatturato stimato per il 2016 pari a 1 miliardo e 250 milioni. Abbiamo così rafforzato il nostro terzo posto come quota di mercato nella distribuzione intermedia del farmaco, consolidando la nostra leadership come prima cooperativa in Italia.
Quale sarà il prossimo passo dell’azienda? Ci sono altre acquisizioni in vista?
In questo momento molte altre realtà si stanno avvicinando a noi perché siamo uno dei pochi player a carattere nazionale che possa garantire al farmacista di affrontare con serenità le sfide future, ma ci apriremo a nuove acquisizioni solo se strategicamente rilevanti.
Quali sono gli obiettivi di Cef prima dell’entrata in vigore del Ddl concorrenza?
Se e quando il disegno di legge verrà approvato, saremo pronti a muoverci. In questo momento sono tenuto al riserbo ma posso assicurare che ci siamo preparati da molto tempo a investire in questo campo e siamo pronti a fronteggiare l’entrata del capitale.
Sempre in vista dell’approvazione del Ddl, sul fronte della distribuzione intermedia quali sono/potrebbero essere i competitors che “fanno più paura” o che potrebbero comunque “dare del filo da torcere” agli attuali distributori?
Non ho la sfera di cristallo, ma posso dire che oltre a ipotizzare la discesa in campo di alcune multinazionali che operano nel nostro settore e che hanno già dichiarato pubblicamente di essere pronte ad investire per acquistare farmacie in difficoltà, temo l’entrata di category killer, quelli che gli esperti chiamano gli “uccisori di categorie”, cioè investitori che magari hanno radici lontane, che vengono da Paesi e settori diversi dal nostro ma che hanno esperienze nel retail e molti soldi da investire. Si tratta di punti vendita specializzati in una categoria di prodotti, con assortimento molto profondo e prezzi particolarmente vantaggiosi, questi forse possono essere i “nemici” principali della farmacia che conosciamo oggi.