Vi ricordate la memorabile scena di “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”?
Quella in cui Carlo Verdone alias Bernardo Arbusti, ipocondriaco giornalista depresso, suggellava la nevrotica liason con Camilla (Margherita Buy) rovesciando sul letto una batteria di farmaci?
O quella di “Viaggi di nozze” in cui Verdone, nei panni di Raniero, barone della medicina, rispondeva al cellulare a un paziente anche mentre camminava verso l’altare insieme alla sposa Veronica Pivetti?
Non era solo fiction. La passione per la scienza medica, di cui l’attore e regista non ha mai fatto mistero, gli è valsa un’iscrizione ad honorem all’Ordine dei Farmacisti di Roma.
Con una cerimonia allegra e affollata, che si è tenuta il 29 Agosto al CineVillage Talenti di Roma, è stato consegnato a Verdone l’attestato ufficiale di iscrizione, insieme a un camice bianco con caduceo personalizzato sul bavero.
Davanti a una divertita platea, l’attore ha raccontato di leggere non solo i bugiardini dei medicinali, ma persino gli atti dei congressi medici per tenersi aggiornato.
A differenza dei suoi personaggi, l’attore ha precisato di non essere un ipocondriaco: «Non lo sono mai stato. Sono cresciuto in una famiglia dove negli anni 60 venivano i professoroni, poi leggo molto le relazioni dei congressi medici che più mi interessano. Ho salvato la vita di quattro persone e ancora mi ringraziano».
Più volte, intervistato, Verdone aveva detto: «Sarei stato un bravo medico di base». E i suoi amici sanno che possono rivolgersi a lui quando hanno bisogno di un consiglio medico (proprio come in “Questione di cuore” di Francesca Archibugi, in cui l’attore, nei panni di se stesso, dispensa suggerimenti all’amico Antonio Albanese colpito da infarto).
«Pur non perdendo occasione di farne materia di narrazione nei suoi film e di scherzarci anche sopra in molte gag televisive e interviste» ha commentato il presidente dell’Ordine Emilio Croce, spiegando le motivazioni della scelta: «Verdone non ma hai dimenticato di mettere in guardia su ciò che sono davvero i farmaci, beni esistenziali dalla duplice natura: irrinunciabili strumenti di salute quando usati con proprietà, ma anche sostanze pericolose che possono produrre, se male utilizzate, conseguenze nefaste. Verdone ha sempre avuto cura di marcare questa fondamentale caratteristica e di mettere in guardia contro l’uso incauto e disinvolto dei farmaci, ignorando controindicazioni e possibili effetti collaterali. Ed è proprio questo atteggiamento di consapevole e responsabile messa in guardia contro il rischio che i farmaci vengano impiegati per ciò che non sono e non dovranno mai essere, ovvero beni di consumo, che apparenta il regista alla nostra professione: noi farmacisti siamo appunto i professionisti del farmaco, custodi e garanti di quel corretto impiego che Verdone ha spesso voluto sottolineare e promuovere». E ha concluso: «Un motivo a nostro giudizio sufficiente per accoglierlo nel novero della professione, iscrivendolo ad honorem al nostro Ordine, a nostra volta onoratissimi del fatto che un personaggio così popolare e amato, anche per la sua capacità di restituire vizi e virtù del nostro Paese con sguardo acuto, dissacrante e sempre originale, abbia accettato di farne idealmente parte».
Verdone indosserà il camice anche nel suo prossimo film da regista “Si vive una volta sola”, una commedia sceneggiata insieme a Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino e in uscita nel febbraio 2020. Con Verdone (nei panni di un primario) anche “un’équipe medica” d’eccezione composta dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta), dall’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e dal suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora).