Quanto la vaccinazione in farmacia sia una svolta epocale nella professione del farmacista all’interno del sistema sanitario nazionale e come la campagna stia entrando nel vivo anche per i farmacisti, pur con i ritardi dovuti all’approvvigionamento dei vaccini, è stato argomento di una diretta Facebook sulla pagina di Cosmofarma Exhibition, dal titolo “I vaccini in farmacia”, a cui hanno partecipato Marco Cossolo, presidente di Federfarma, Andrea Mandelli, appena riconfermato presidente della Fofi, ed Eugenio Leopardi, presidente di Utifar.
Farmacista vaccinatore costituisce un cambio di paradigma
La possibilità di effettuare tamponi e test sierologici in farmacia è stato il primo passo di un cambiamento nel rapporto farmacista-paziente. «Per la prima volta, siamo passati da un rapporto che passava dal farmaco o dal consiglio, a uno in cui mettiamo le mani sul paziente, facendo un intervento professionale nuovo. Questo è un vero e proprio cambio di paradigma», ha affermato Cossolo «Il passo successivo è stato quello di poter essere autonomi nel somministrare il vaccino, avendo vinto molte resistenze. Quindi possiamo dire che i farmacisti, che sono stati punto di riferimento per i cittadini in questi mesi di emergenza sanitaria, non hanno sprecato l’opportunità offerta dall’emergenza pandemica, ma sono riusciti a rafforzare e ribadire il loro ruolo».
Questo nuovo ruolo, prevede che ci sia una corretta formazione, per questo Utifar ha messo a punto, già a settembre 2020, un corso per offrire formazione sulla vaccinazione in farmacia che «è stato pensato per la campagna vaccinale antinfluenzale che era prevista essere imponente, anche se poi così non è stato», ha spiegato Leopardi. «L’entusiasmo dei colleghi e il successo inaspettato sono stati tali che ci hanno permesso di essere inseriti nella campagna vaccinale anti-Covid19». Solo successivamente «l’Istituto Superiore di Sanità ha deciso di organizzare la formazione specifica su questo vaccino. Adesso la fase sperimentale dura fino alla fine del 2021, riguarda la vaccinazione anti-Covid19, ma se i colleghi dimostreranno di essere pronti, capaci, preparati e disponibili, saremo coinvolti anche nelle prossime campagne: quella della terza dose e quella antinfluenzale».
Le farmacie che hanno risposto aderendo alla campagna sono state numerose. «Possiamo contare su 11.400 tra farmacie Federfarma e Assofarm, numero che sta incrementando, quindi penso che si arriverà a 12.000» ha aggiunto Cossolo. «Avremmo dovuto cominciare a maggio, adesso siamo in attesa di capire, insieme alla struttura commissariale, come possiamo ovviare al ritardo di Johnson & Johnson, il vaccino per il quale ci eravamo organizzati. La sfida è arrivare a portare in farmacia il vaccino Pfizer, organizzando adeguatamente la catena del freddo. Quindi, presumibilmente, si comincerà a giugno».
Per quanto riguarda la responsabilità del professionista che pratica la vaccinazione Mandelli rassicura: «Prima di tutto l’adesione è volontaria, se qualche collega non se la sente di vaccinare, non è obbligato; poi esiste uno scudo penale che tutela l’operatore che esegue la vaccinazione; infine, ogni farmacia è già assicurata, per eventuali errori professionali. Si tratta, comunque, di un grande passo avanti, che è nelle corde dell’evoluzione della nostra professione».