«Se hai a casa bombole di ossigeno che non usi, riportale in farmacia»: questo l’appello rivolto ai cittadini dalle farmacie aderenti a Federfarma, in linea con quanto emerso nel corso del Tavolo di confronto avviato dall’Aifa con Federfarma e Assogastecnici, associazione delle aziende che operano nel campo della produzione e distribuzione dei gas tecnici, speciali e medicinali. «La restituzione delle bombole di ossigeno in farmacia è necessaria per garantire la disponibilità di ossigeno terapeutico a tutti i malati affetti da patologie respiratorie o colpiti da Covid-19», spiega Marco Cossolo, presidente di Federfarma Nazionale.
Rilevante disponibilità e distribuzione capillare
L’ossigeno medicinale, come noto, è un farmaco essenziale nei protocolli di cura per il trattamento dei pazienti affetti da Sars-CoV-2, per far fronte alle gravi insufficienze respiratorie causate dal virus, ma è indispensabile anche in pazienti affetti da altre patologie. La carenza di bombole d’ossigeno si era già verificata durante la prima fase della pandemia, in primavera, ma «a seguito di un monitoraggio effettuato da Federfarma, abbiamo rilevato alcune difficoltà di reperimento di bombole di ossigeno per le cure domiciliari di pazienti affetti da patologie respiratorie o connesse al Covid-19, in particolare in Abruzzo, Basilicata, Campania, Liguria, Valle d’Aosta e alcune zone del Piemonte e della Sicilia», sottolinea Cossolo.
Le bombole riconsegnate in farmacia, come previsto dall’Aifa, potranno essere sanificate e riempite di ossigeno terapeutico per un nuovo utilizzo. Un problema che ha impatto non solo sui malati di Covid-19, ma anche su altre categorie di pazienti.
Secondo Andrea Mandelli, presidente della Fofi, «si sta creando in tutta Italia una situazione gravissima per quanto riguarda le bombole per l’ossigenoterapia domiciliare che, è bene sottolinearlo, è il primo e indispensabile presidio per i malati Covid, ma anche per tanti altri affetti da patologie respiratorie croniche». E aggiunge: «In queste ore ci giungono moltissime segnalazioni di carenze di bombole da molte Regioni, dalla Lombardia come dalla Campania. Ringrazio tutti i farmacisti che si stanno prodigando, come durante il lockdown, per recuperare le bombole vuote, ma chiediamo a tutti i cittadini che ci aiutino a superare questa emergenza: una volta esaurita, la bombola deve essere riportata tempestivamente alla farmacia, in modo che possa essere sanificata, riempita e messa a disposizione di altri pazienti».
In una nota congiunta, però Aifa, Assogastecnici e Federfarma, specificano che allo stato attuale, sebbene l’emergenza legata al virus abbia determinato una crescita significativa della domanda di ossigeno, non vi è alcun rischio di carenza del farmaco. Infatti, le aziende del settore, grazie a un enorme impegno del personale e a ragguardevoli investimenti produttivi e distributivi, hanno assicurato costantemente le forniture ossigeno liquido medicinale in serbatoio, nonché in bombole e unità base opportunamente sanificate ad ospedali ed ai pazienti a domicilio.
L’ossigeno medicinale in Italia è attualmente prodotto, a livello nazionale, in un numero molto elevato di officine farmaceutiche, sia di produzione primaria, ovvero della materia prima, che secondaria, di bombole e contenitori criogenici; la rete produttiva, dunque è in grado di garantire una rilevante disponibilità di ossigeno, unitamente a una distribuzione costante e capillare.
La stessa nota congiunta evidenzia come le notizie che parlano di “carenza di ossigeno” o “carenza di bombole” contribuiscano negativamente all’attuale situazione, in quanto molti utilizzatori potrebbero non restituire i recipienti di cui sono in possesso per paura di perderne la disponibilità in caso di bisogno. È pertanto di fondamentale importanza, in questo stato emergenziale, che i recipienti per l’ossigeno vengano restituiti alla farmacia appena svuotati, per rendere le bombole immediatamente disponibili al riempimento e al successivo utilizzo.