Al contrario di quello che dicono tutti, anche una volta approvato il ddl concorrenza ci vorranno anni perché in Italia le catene di farmacie prendano piede. E Wba, ossia Walgreens Boots Alliance, il colosso nato dalla fusione dell’americana Walgreens con l’inglese Boots, continua per ora a considerare lo Stivale un mercato poco appetibile per un investimento consistente come la creazione di una catena. Così almeno assicura Ornella Barra, executive vicepresident di Wba, ospite sabato scorso del convegno organizzato da Asis a Tirrenia, in provincia di Pisa, per parlare di innovazione e cambiamento nella filiera farmaceutica. Nel suo intervento, Barra ha ricordato la storia delle farmacie inglesi («le catene sono il frutto di 160 anni di storia») e ha ricordato che la linea del suo gruppo è sempre stata quella di valutare e adattarsi. «Il paese con il maggior numero di farmacie Alphega» ha detto «è la Repubblica Ceca, siamo rimasti fuori dalla Svezia nonostante la privatizzazione e dalla Grecia ce ne siamo andati anni fa perché senza quorum non era più possibile fare impresa. Non ci piace la liberalizzazione selvaggia, il rendiconto economico della farmacia ha bisogno di un minimo di certezze». Quanto al ddl concorrenza e all’apertura della titolarità al capitale, «è un bene per tutte quelle farmacie che attualmente hanno problemi di stabilità. Ma non va cambiato di una virgola e deve essere approvato in fretta, perché più tempo passa e più cresce il rischio per molti titolari di veder calare il valore della propria farmacia e, domani, non riuscire più a recuperare dalla vendita quanto basta per coprire i debiti». Pharmaretail ha approfittato della sua presenza per rivolgerle qualche altra domanda.
Un mese fa, in un’intervista al Messaggero, Stefano Pessina disse che l’Italia non interessava perché investire in questo Paese non è conveniente. Oggi vale ancora quella considerazione?
Pessina non disse che l’Italia non interessa, affermò che in quanto azienda internazionale osserviamo la realtà dei singoli Paesi, facciamo le nostre valutazioni economiche e in base a queste scegliamo i Paesi più attraenti. Il disegno di legge sulla concorrenza non cambia la nostra valutazione sull’Italia, il ddl aiuta o può aiutare tanti farmacisti che oggi si trovano in una situazione di difficoltà. La nostra linea rimane sempre la stessa: saremo sempre a fianco dei farmacisti indipendenti (come distributori o con il network Alphega, ndr) e al momento opportuno valuteremo. Fare oggi previsioni su qualcosa che ancora non è certo e sicuro non fa parte della nostra storia.
Di recente il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha detto di non condividere il provvedimento sull’apertura della titolarità al capitale perché, in sintesi, ogni volta che lui tratta con le multinazionali alla fine fanno quello che vogliono loro…
Ho grande stima del presidente Rossi, non so che cosa abbia detto e non capisco a che cosa facesse riferimento quando parlava di multinazionali, quindi faccio fatica a rispondere. Non ritengo che il fatto di essere un’azienda internazionale ci possa ostacolare ma anzi ci consente un dinamismo e una capacità di negoziazione totalmente diversa, migliori servizi e migliori opportunità. La Sanità regionale esiste anche in altri Stati e non ha nessun impatto. Come ho già detto, lo sviluppo delle catene sarà un processo lento, per tanti anni rimarranno ancora tante farmacie indipendenti accanto alle quali – forse – si svilupperanno nel tempo delle catene.
Quindi, a suo giudizio, appena il ddl concorrenza sarà legge l’Italia non sarà “invasa” dalle catene…
Questo è quello che continuano a ripetere tutti, ma occorre tenere conto di che cosa significa creare una catena: investimenti di capitali, tanti, organizzazione di marketing e commerciale, acquisti e vendite eccetera. In Inghilterra le catene hanno 160 anni di storia ma oggi sono ancora in attività più di seimila farmacie indipendenti su un totale di 12mila.
Ma molte di quelle seimila sono organizzate a loro volta in catena…
Certo, ma come ho detto ci sono voluti 160 anni.
Lei stessa, poi, qua a Tirrenia ha detto che la farmacia rimane un’attività solida. Difficile pensare che non appena il ddl sarà legge i capitali non si tufferanno nel mercato…
Ho detto che la farmacia è un’attività solida ma ho anche detto che ci sono molti titolari in difficoltà finanziaria. E sarebbe opportuno che il ddl concorrenza venisse approvato molto velocemente, perché altrimenti la situazione per parecchi di loro si deteriorerebbe ulteriormente.