Per nove consumatori su dieci la cura di sé è fondamentale nella gestione e nella prevenzione di disturbi minori e patologie croniche. Ma solo due su dieci si fidano delle proprie capacità di autocura, mentre la maggioranza preferisce affidarsi alla consulenza del farmacista o del medico. E’ quanto emerge da un’indagine condotta questa estate da Epposi, un gruppo indipendente di ricerca che ha sede a Bruxelles. Effettuato su un campione di duemila cittadini di dieci stati europei (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Scozia, Slovacchia e Spagna), lo studio si è proposto di misurare il senso di responsabilità dei consumatori europei nei confronti dell’autocura.
E chi esce meglio dall’indagine è il farmacista, che rimane la fonte primaria di informazioni sui medicinali da banco per il 38% dei consumatori, seguito dal medico (27%) e da internet (18%).
A giudizio degli intervistati, inoltre, i cittadini dovranno avere nel tempo un ruolo sempre più attivo nella gestione della propria salute e questo passa anche attraverso un maggior ricorso all’automedicazione: l’80% lo farebbe volentieri, se consigliato dal suo medico (32%) e dal farmacista (24%), o anche spontaneamente (18%), a patto di possedere sufficienti conoscenze sui benefici e i rischi connessi, conoscenze che il farmacista può certamente contribuire a diffondere.