Aumento Iva, cresce il pressing per un rinvio

In una lettera inviata al Governo, dodici sigle della distribuzione chiedono che si rinunci al provvedimento per evitare altre sofferenze alle imprese. Timori anche da Confcommercio e Confesercenti

Aumento Iva, cresce il pressing per un rinvio

Il Governo congeli l’aumento dell’Iva. Lo hanno scritto venerdì dodici sigle della distribuzione (tra le quali Federdistribuzione, Federalimentare e Centromarca) in una lettera inviata direttamente alla presidenza del Consiglio. E’ l’ennesimo intervento delle imprese del commercio perché si eviti di impartire un’ulteriore mazzata ai consumi delle famiglie. A dettarla è uno dei provvedimenti lasciati in eredità dal governo Monti: dal primo luglio l’aliquota massima dell’Iva passa dal 21 al 22%, a meno di contromisure che riescano a reperire altrove le risorse assicurate dall’aumento. Secondo le stime si tratterebbe di una cifra che oscilla tra i 2,2 e i 3 miliardi di euro, che il Governo al momento non sa (o sembra non sapere) dove andare a prendere visto che già si sta raschiando il fondo del barile per Imu e sostegno all’occupazione giovanile.
Si vedrà, intanto le sigle del commercio fanno pressing con cifre e previsioni dalle tinte fosche: «L’aumento dell’Iva» si legge nella lettera delle dodici associazioni «avrebbe effetti sul settore distributivo, su quello della produzione industriale, sull’agricoltura e sul mondo dei servizi, che operano sul mercato interno, con rilevanti conseguenze anche sui livelli occupazionali. Si andrebbe in questo modo a deprimere la domanda interna, che deve al contrario essere rilanciata come motore propulsivo della crescita e del Pil».
Previsioni lugubri anche da Confcommercio e Confesercenti, che al Governo si erano rivolte con un appello martedì scorso: per la prima, un punto in più sull’aliquota massima potrebbe portare per la fine dell’anno alla chiusura di 26mila imprese del comparto: l’incremento, infatti, impatterebbe sul 70% dei consumi delle famiglie, la cui spesa crescerebbe tra luglio e dicembre di 70 euro.Per Confesercenti, invece, l’aumento dell’Iva «non solo frenerà ulteriormente consumi e Pil, ma potrebbe avere conseguenze negative anche sullo stesso gettito fiscale»: anziché i 2,2 miliardi previsti, sono le stime dell’associazione, si potrebbe registrare un mancato introito di 300 milioni.

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