Mentre l’Italia, a causa dell’emergenza Covid-19, si prepara a un autunno particolarmente complesso per la campagna vaccinale contro l’influenza in farmacia, la FIP (ovvero la Federazione Farmaceutica Internazionale) pubblica un’indagine globale sulla copertura delle vaccinazioni in farmacia nei Paesi del Mondo. Sono 36 i Paesi e territori (che equivalgono a circa 1,8 miliardi persone) nei quali è possibile ricorrere alla farmacia per le vaccinazioni.
La survey ha preso in esame 99 Paesi e aggiorna una ricerca condotta nel 2016. Nel corso di tre anni, sono aumentati di 16 quelli in cui le vaccinazioni sono a disposizione dei cittadini in farmacia. Tra i Paesi presi in esame tuttavia sono ancora 66 quelli in cui questo non avviene: un numero che dimostra che c’è ancora tanta strada da fare in questa direzione.
Dalla ricerca emerge che i vaccini più comunemente somministrati in farmacia sono quelli contro l’influenza, l’epatite B, il tetano, e l’epatite A.
Un importante ostacolo alla diffusione della prassi della vaccinazione in farmacia, è determinato dal fatto che in molti Paesi non sono previsti meccanismi di rimborso. Sono infatti soltanto 10 quelli dove chi paga è il servizio sanitario pubblico. Complessa anche la situazione nei Paesi in cui sono più limitate le possibilità di formazione dei farmacisti e di conseguenza la familiarità con la somministrazione ai pazienti. Il report specifica che nei 36 Paesi in cui è possibile ricorrere alla farmacia per la vaccinazione, sono solo 26 quelli in cui è il farmacista stesso a vaccinare, mentre nei restanti 10 deve essere somministrata da un altro professionista sanitario
Nel commentare la ricerca, la CEO di FIP, Catherine Duggan ha detto: «I farmacisti sono esperti di salute e rappresentano la prima linea nel sistema, di fatto sono membri a pieno titolo del team sanitario. Ampliare il loro ambito di pratica della professione nel campo delle vaccinazioni non potrà che aumentare il loro contributo alla salute pubblica». Duggan conclude auspicando una collaborazione dei vari Paesi con la FIP per organizzare una strategia comune che vada in questa direzione.
Nel frattempo il 2 settembre il Pgeu (l’associazione che rappresenta farmacisti e farmacie dell’Unione europea) ha diffuso un comunicato stampa per sollecitare l’integrazione dei farmacisti nelle strategie nazionali, in vista dell’autunno: «L’avvicinarsi dell’influenza stagionale e la recrudescenza dei casi di Covid-19 in tutta Europa scaricheranno un fardello importante sui servizi sanitari già in difficoltà». Con la consapevolezza di una situazione che si dimostrerà particolarmente critica, sollecita il coinvolgimento dei farmacisti nelle strategie nazionali: « L’implementazione di programmi di vaccinazione antinfluenzale in tempi di Covid-19 sarà particolarmente impegnativa ed è urgente mettere in atto campagne di vaccinazione efficaci che possano aiutare a prevenire i ricoveri, garantendo un accesso adeguato e la diffusione dei vaccini antinfluenzali soprattutto per i gruppi a rischio. Il PGEU invita le autorità sanitarie a continuare e rafforzare la collaborazione con i farmacisti della comunità e le organizzazioni farmaceutiche e integrare i farmacisti della comunità nelle strategie di vaccinazione nazionali».