“Originale o equivalente?”. Se il farmacista al banco fa quotidianamente a ogni paziente la stessa domanda, la risposta degli italiani lentamente sta cambiando, come mostrano i dati del Report annuale 2018, realizzato dal Centro Sudi Assogenerici. Nel 2018 si registra una crescita lenta e costante del mercato degli equivalenti.
Segno più nel canale farmacia
Nel canale farmacia nel 2018 i generici unbranded hanno assorbito il 22,23% del mercato a confezioni (+0,73% sul 2017) e il 13,8% del mercato a valori ( +1,83%). Un giro d’affari quasi esclusivamente a carico del Ssn, risultando classificato in classe A, totalmente rimborsabile, l’89,2% delle confezioni vendute.
L’analisi degli andamenti nel canale farmacia evidenzia una performance positiva – anche se meno brillante rispetto al 2017 – dei prodotti equivalenti (classi A e C), con una crescita dello 0,6% a unità e del 7,2% a valori, a fronte di un perdurante arretramento sia del mercato farmaceutico complessivo (-1,1% a unità e -1,6% a valori) sia del mercato dei branded a brevetto scaduto (-1,6% a unità e -3% a valori).
La segmentazione del mercato complessivo a volumi (tutte le classi) registra così un’incidenza del 52,22% dei farmaci brand a brevetto scaduto e la spartizione della restante quota per il 22,23% ai farmaci coperti da brevetto e per il 25,55% agli equivalenti.
Nel canale farmacia (tutte le classi) la segmentazione del mercato dei soli prodotti off patent vede ancora una netta predominanza dei brand a brevetto scaduto che assorbono il 70% a confezioni e il 78% a valori, contro il 30% a confezioni e il 22% a valori degli equivalenti.
Nel 2018 è proseguita anche la generale contrazione del mercato di classe A rimborsato dal Ssn nel canale farmacia: le confezioni rimborsate sono scese dello 0,9% rispetto ai 12 mesi del 2017, la spesa del 3,8%. In particolare, in calo del 16,6% la spesa relativa ai prodotti ancora coperti da brevetto (-12,6% a confezioni) e in crescita invece la spesa per gli equivalenti +8,7% (+3,3% a confezioni) rispetto al precedente anno.
Resta inalterata la tradizionale polarizzazione dei consumi per quanto riguarda invece le aree geografiche: il ricorso alle cure equivalenti continua a salire al Nord (36,8% a unità e 27,8% a valori), più lentamente al Centro (27,2% a unità; 21,1% a valori) e al Sud (21,9% a unità e 16,8% a valori), a fronte di una media Italia attestata al 29,7% a confezioni e al 22,7% a valori.
Per quanto riguarda le differenze regionali si confermano:
– al primo posto la Provincia Autonoma di Trento, dove è off patent l’83,5% delle unità dispensate dal Ssn in classe A e il generico assorbe il 42,8% del totale;
– Lombardia (81%% e 38,9%%), Emilia-Romagna (83,5% e 36,6%) e Friuli ( 82,4% e 36,4%);
– fanalino di coda è la Calabria, con una incidenza di off patent sul totale rimborsato Ssn dell’81,4%, ma con una quota di equivalenti del 19,9%.
La quota versata come differenziale di prezzo dai cittadini per ritirare il brand al posto dell’equivalente ammonta a 1.101 milioni di euro: l’incidenza maggiore a livello regionale e peraltro in crescita sul 2017 si registra in Sicilia (15,8% per complessivi 114 milioni di euro) e nel Lazio (15,5%, pari a 139 milioni). L’incidenza più bassa si registra ancora in Lombardia, dove il differenziale versato di tasca propria dai cittadini quota l’11,1% della spesa regionale Ssn nel canale retail, per un totale di 144 milioni di euro.
Le aree terapeutiche
Tra i farmaci rimborsati dal Ssn, le aree terapeutiche in cui si registra la maggiore diffusione degli equivalenti sono quella dei biguanidi semplici (ipolipemizzanti, 51,80% a unità) e quella degli inibitori di pompa protonica (51,60% a unità). Tra le molecole a maggior incidenza di utilizzo di farmaci equivalenti troviamo infatti pantoprazolo, lansoprazolo, ramipril, metformina. Per quanto riguarda la classe C, a totale carico del cittadino, la molecola a maggior incidenza di utilizzo di farmaci equivalenti si conferma il lorazepam (tranquillanti, 24%) seguita dal sildenafil (disfunzione erettile, 4%).