Soltanto pochissime farmacie si sono messe a praticare gli sconti sui medicinali di fascia C e su quelli di fascia A acquistati privatamente, come da liberalizzazione del decreto “Salva-Italia”. E non va meglio neanche su Sop e Otc, perché tra i canali di vendita non sembra più esserci la spinta concorrenziale di un tempo. E’ il quadro che emerge dall’indagine condotta tra aprile e giugno da Altroconsumo per fare il punto sulle liberalizzazioni del mercato farmaceutico. La ricerca ha messo a confronto i prezzi di 69 farmaci da banco tra i più noti e utilizzati, riscontrati in 139 punti vendita (109 farmacie, 15 parafarmacie e 15 corner Gdo) di dieci città: Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova, Verona, Bologna, Firenze, Bari e Palermo. I risultati deludono l’associazione consumatori: in due anni i supermercati hanno alzato i prezzi di poco più del 9%, anche se comunque rimangono il canale più conveniente con una differenza media del 14% rispetto alle farmacie; nello stesso periodo, invece, le parafarmacie hanno alzato i prezzi di poco più del 7%, ma dato che partivano da distanze inferiori oggi tra loro e le farmacie non c’è più alcuna differenza tra le rispettive medie. Se non altro, rileva Altroconsumo, nel canale farmacia si registra una variabilità altissima nei prezzi praticati dai singoli punti vendita, con differenze anche del 64%: «Questo è segno» scrivono gli autori dell’indagine «che le farmacie hanno cominciato a farsi concorrenza tra loro». Per l’associazione, tuttavia, se ciò sta accadendo è perché nel canale hanno cominciato a diffondersi “format” molto diversi dalla farmacia tradizionale, «come nel caso delle catene EssereBenessere e Lloyds (l’insegna delle comunali di Admenta, ndr), veri superstore della salute che oltre ad avere un’offerta molto variegata di prodotti fanno promozioni e vendono farmaci a prezzi molto convenienti». Chiudono, infine, le rilevazioni sugli sconti per fascia C e fascia A a pagamento. Delle 109 farmacie monitorate, soltanto il 5,5% offriva ribassi sugli etici acquistati dai pazienti di tasca loro. La prova, secondo Altroconsumo, che «se non si spezza il vincolo alla distribuzione la liberalizzazione non parte». I risultati dell’indagine sono stati inviati ai ministeri dello Sviluppo economico e della Salute assieme alla richiesta di «interventi risolutori sulla distribuzione dei farmaci per il rilancio della concorrenza nel settore».
Altroconsumo: cala concorrenza ma farmacie più competitive tra loro
Indagine dalle due facce quella condotta tra aprile e giugno da Altroconsumo: parafarmacie e corner aumentano i prezzi, tra le singole farmacie si registrano differenze anche del 64%
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