Rho Fiera Milano, 9 maggio 2017. In occasione di TUTTO FOOD, IRI ha presentato lo studio “Stili di vita e consumi alimentari” fornendo gli elementi per la discussione agli esponenti dell’industria alimentare e della grande distribuzione organizzata raccolti in una tavola rotonda: Antonio Carstulovich – Direttore Generale Commerciale, Ferrarelle Spa, Mario Gasbarrino – Amministratore Delegato Unes, Giorgio Santambrogio – Amministratore Delegato, Gruppo VéGé e Presidente ADM, Associazione Distribuzione Moderna, Mario Zani – Direttore Generale Eurocompany S.r.l..
Marco Limonta, Business Insight Director di IRI, ha presentato lo scenario del largo consumo confezionato evidenziando come in un contesto di generale stabilità (negli ultimi 5 anni il mercato si è sviluppato al ritmo dello +0,3% medio annuo in termini di volumi), l’unico comparto che registra tassi di crescita importanti è quello alimentare con un tasso pari al +0,7% all’anno. La crescita è avvenuta grazie alla capacità delle aziende di capire le esigenze del “nuovo consumatore” rivisitando le categorie esistenti e portando innovazione; ciò ha generato circa 1,5 miliardi di ricavi aggiuntivi (valorizzati a prezzi attuali dal 2013 ad oggi) e ha compensato la riduzione di altre merceologie pari a circa 900 milioni di euro.
Chi è il “nuovo consumatore”
Negli ultimi anni il consumatore ha sostanzialmente cambiato l’allocazione della propria spesa a vantaggio dell’alimentare. Si dimostra più consapevole nelle scelte e maggiormente predisposto al cambiamento: sperimenta nuovi prodotti, cambia il punto vendita, pianifica i propri acquisti, passa più tempo davanti allo scaffale e legge attentamente le etichette sulle confezioni dei prodotti. Un dato rilevante è che il “nuovo consumatore” spende di più se trova soddisfacente l’offerta. A partire infatti dalla fine del 2015, si osserva un cambiamento di tendenza verso il “trading up” (il cliente acquista un prodotto di maggiore qualità con un prezzo che consente un più alto margine di guadagno per l’impresa) motivato da scelte orientate al superiore valore riconosciuto dei prodotti. Cambia anche la composizione del carrello a favore di cibi integrali, biologici, a base di cereali, vegetali, tisane, infusi, pesce e prodotti “senza”.
Si tratta in sostanza di nuovi stili alimentari che testimoniano mutate esigenze, orientate prevalentemente alla salute, al benessere e anche alla prevenzione.
Le strategie della Grande Distribuzione
A fronte di un mercato saturo e di nuovi segnali di cambiamento, la Grande Distribuzione sta delineando politiche di trasformazione. Da strategie orientate al migliore prezzo, sfociate in battaglie sulle promozioni, si studia un nuovo posizionamento delle insegne, con un format riconoscibile, accogliente e specifico per target definiti di consumatore. Questo processo passa attraverso la definizione dei valori portanti dell’insegna e si basa sulla coerenza dell’offerta.
Il ruolo dell’industria
Antonio Carstulovich conferma l’importanza di un’offerta in linea con le nuove esigenze alimentari portando il caso del brand Fonte Essenziale che, grazie a un posizionamento specifico di acqua per il benessere e alla precisa promessa salutistica, ha mantenuto ottimi livelli di sell-out pur con un prezzo superiore alla media.
Conclusioni
Per concludere, di fronte ad uno scenario sempre più competitivo e ad un consumatore attento e informato, le aziende di oggi per crescere devono continuare ad analizzare le categorie trend setter, investire sempre di più nell’innovazione di prodotto e di servizio, trovare nuovi modi e strumenti più convincenti e aggiornati per esprimere i valori della marca e dell’insegna. Lo sforzo di creazione di nuove proposte da parte dell’Industria Alimentare è il fattore trainante dei mercati Food.
NOTA : Tutti i dati sono fonte IRI. Ipermercati, Supermercati, Libero Servizo Piccolo, Drugstore, Discount nel Totale Italia.